ASCOLI – In primo piano un’umile casa di pescatori che si affaccia su una insenatura. La natività collocata sulla sinistra volge lo sguardo verso un mare agitato dal quale stanno giungendo a riva dopo tante sofferenze e difficoltà alcune barche di profughi. Alcuni di loro, infreddoliti, hanno già guadagnato la riva e si dirigono verso la sacra Famiglia dove Gesù bambino allargando le braccia li accoglie amorevolmente. Assume una valenza sociale, anche quest’anno, il presepe realizzato ad Ascoli, dal circolo di Porta Cartara, nel giardino della sede Unitalsi.
L’obiettivo
Un’opera dal significato profondo, allestita dai volontari del quartiere guidati dall’ideatore Fiorenzo Esposto. «E’ una tradizione quella di sviluppare, ogni anno, un tema ben preciso – spiega Esposto -. E quest’anno abbiamo impostato il presepe su questo dramma che si vive quotidianamente lungo le nostre coste, quello dei profughi. Abbiamo ricevuto tanti complimenti, con il Bambinello che compie il gesto più umano che esista: accoglie queste persone in difficoltà». Il presepe, realizzato in schiuma poliuretanica espansa, è stato fresato e dipinto a mano. Gli autori vogliono coinvolgere in prima persona i visitatori, ricordando loro che anche in questi giorni di gioia c’è chi fugge dalle guerre, dai soprusi, dalle malvagità perpetrate, per la maggior parte, su bambini e persone innocenti. Il presepe di Porta Cartara può essere ammirato fino al 7 gennaio, ma lo sguardo degli organizzatori è già proiettato al prossimo anno, quando l’opera sarà incentrata sul Giubileo.