ASCOLI PICENO – Riprese questa mattina 20 marzo anche ad Ascoli le procedure per la vaccinazione anticovid. Ma non mancano i problemi, a causa dei timori dei residenti nel ricevere il siero AstraZeneca, sospeso tre giorni fa e poi riammesso dalle autorità sanitarie. Al Palazzetto dello sport di Monticelli, attiguo all’ospedale Mazzoni, arrivano in prevalenza anziani, accompagnati da figli o parenti.
La maggioranza di loro deve avere la seconda dose del prodotto Pfizer-Biontech, e in questo caso gli interventi si svolgono in maniera regolare. Tanto che in mattinata a 80 cittadini era già stato somministrato il richiamo previsto, per il vaccino americano. Ma per il prodotto anglo-svedese, che è comunque quello di cui c’è la più alta disponibilità di dosi, non tutto scorre regolarmente.
I numeri dicono che nelle prime ore di oggi, sempre al Palazzetto ascolano, 55 persone si sono presentate per sottoporsi all’inoculazione Astra Zeneca, mentre sono solo 16 quelli che lo faranno dopo essere stati ricontattati direttamente dal Servizio sanitario dell’Asur.
«Una buona parte delle persone che si era prenotata 2 mesi fa – spiega una dirigente infermieristica dell’Asur – quando viene qui non è molto disposta a vaccinarsi con il siero anglo-svedese, e nonostante le nostre rassicurazioni rinuncia e rinvia. Il paradosso è che invece ci sono anziani o residenti con patologie specifiche, che invece vorrebbero farlo lo stesso e invece non possono, proprio per quelle problematiche di salute di cui soffrono. »
Insomma una situazione complicata, che sta di fatto rallentando la distribuzione del prodotto che dovrebbe coprire dal rischio di complicazioni dovute al coronavirus. Quanto alle categorie che sembrano restie a sottoporsi al vaccino messo sotto accusa dopo le reazioni avverse che ci sono state in tutta Europa – alcuni morti anche in Italia, sebbene non sia stata accertata correlazione tra i decessi e il siero – c’è quella degli insegnanti di scuola.
Alcuni operatori in servizio al Palazzetto di Monticelli, parlano di almeno la metà dei docenti che non si sarebbero presentati o avrebbero rifiutato il siero Astra Zeneca. Anche se non si tratta di dati ufficiali, siamo comunque in presenza non di casi sporadici ma di un trend rilevante che dovrebbe preoccupare molto le istituzioni o le autorità sanitarie.
Si riuscirà a superare questa situazione di ulteriore difficoltà per la campagna vaccinale, aggravata dalla scarsità di prodotti alternativi alla fiala anglosvedese, il cui costo è notevolmente inferiore a quello americano? Al momento nessuno lo sa. Da dire che nel Piceno sarebbero state già somministrate 5 mila dosi Astra Zeneca prima dello stop. Ma non è chiaro quanti dei cittadini che lo hanno ricevuto faranno poi il richiamo, due mesi dopo.
Intanto ad Ascoli si procede con il programma stabilito, con un media di 400 dosi al giorno, almeno per ora. Troppo pochi, considerando che siamo a marzo avanzato e la crisi sanitaria è ancora nel pieno. E d’altronde un Palazzetto dello Sport semivuoto non fa ben sperare per il futuro.