AMANDOLA – Sopralluogo questa mattina del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli al nuovo presidio ospedaliero di Amandola (Fm), i cui lavori stanno procedendo celermente a un mese dall’inaugurazione ufficiale prevista per il prossimo 14 dicembre.
Il presidente Acquaroli era accompagnato dal vicepresidente e assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini, e dall’assessore all’Edilizia ospedaliera, Francesco Baldelli. Sono stati accolti dal direttore generale dell’AST di Fermo, Roberto Grinta, e dal sindaco di Amandola, Adolfo Marinangeli.
Il nuovo ospedale di Amandola, a cui sono state destinate risorse per 33 milioni di euro, sarà un presidio di primo livello, con 80 posti letto, e avrà in dotazione le principali apparecchiature diagnostiche.
«È una struttura moderna, funzionale, sicura e all’avanguardia – ha dichiarato il presidente Acquaroli – che potrà dare a questo territorio le risposte attese. Questo ospedale sarà inaugurato fra un mese e restituito alla comunità e potrà tornare alla sua piena operatività dopo esserne stato inibito per tantissimo tempo a causa del sisma del 2016, potrà tornare ad essere un punto di riferimento per tutto il nostro entroterra».
Ha proseguito Acquaroli: «Ricordo che ad Amandola passerà la Pedemontana delle Marche. Questa struttura potrà dare risposte fondamentali a questi territori non solo per l’emergenza urgenza. È necessario garantire i servizi indispensabili, invertendo la tendenza allo spopolamento, per non rendere vana la ricostruzione del sisma del 2016. Le comunità devono rientrare consapevoli che insieme alle case trovano i servizi e la possibilità di lavorare. È un processo veramente molto complesso, dobbiamo farlo in tempi rapidi e anche con risposte certe».
«L’intervento su Amandola è straordinario – ha detto il vicepresidente Saltamartini – è un passaggio fondamentale da ospedale di comunità a un ospedale per acuti di base, con Pronto soccorso, reparto Medicina con un primario e tutta una serie di servizi di avanzata tecnologia, tra cui TAC e risonanza magnetica. Vi sarà anche un primario di plesso ospedaliero e una struttura organizzativa. In questo momento quindi la provincia di Fermo ha due ospedali per acuti. Si è così voluto colmare una lacuna. Non c’è mai stata una trasformazione di questa natura. Si tratta di un miracolo perché con le carenze del servizio sanitario apriamo un ospedale per acuti vero e proprio, in questa zona che ne aveva assolutamente bisogno».
«Fin dall’insediamento della giunta regionale – ha affermato l’assessore Baldelli – abbiamo messo in atto un cambio di passo determinante sulla sanità: dagli ospedali unici ad una sanità in rete, territoriale e ospedaliera diffusa. E Amandola ne è un esempio, una struttura di edilizia sanitario-ospedaliera per acuti, che dà una risposta concreta ai cittadini. Siamo passati dai 18,8 milioni di euro del 2020, ai 33 stanziati dalla giunta Acquaroli; da 33 posti letto attrezzati per le acuzie agli 80 odierni. Ma soprattutto siamo passati dal punto di primo intervento previsto nel 2020 al Pronto Soccorso previsto dal nuovo piano sanitario della giunta Acquaroli. È questo il cambio di passo che avevamo garantito a questa regione. Stiamo restituendo progressivamente servizi ospedalieri ai territori interni e subappenninici delle Marche. Non più interventi spot per il nostro entroterra, ma una strategia di rilancio dei nostri territori interni che vede strutture sanitarie ospedaliere moderne ed efficienti servite anche da una rete viaria non più a pettine ma a maglia, in grado di collegare efficacemente tutto il nostro territorio. Oggi ad Amandola va in scena la politica dei fatti».
«Sarà un ospedale in grado di coprire l’assistenza sanitaria e il fabbisogno socio-sanitario di tutto questo territorio e della comunità montana – ha ribadito il direttore Grinta -. Abbiamo a disposizione tutte le nuove tecnologie per la diagnostica e l’endoscopia. Tra le novità, l’inserimento dei medici di medicina generale dentro il presidio ospedaliero. Questo fornirà una continuità assistenziale fra ospedale e territorio. Saranno inoltre riportati i pazienti della RSA da una vecchia struttura obsoleta a questa nuova struttura che darà dignità ai pazienti. Per ultimo, sarà trasferito qui il centro trasfusionale dell’Avis, oltre a completare la medicina e lungo degenza e l’attività di dialisi».
«È una grande soddisfazione per la città e per il territorio – ha detto il sindaco Marinangeli -. Oggi si chiude la fase critica del sisma e dell’emergenza. Ringrazio tutti quelli che hanno concorso a questo obiettivo. Riprendiamo un presidio ospedaliero importante che garantisce il ritorno alla normalità in questo territorio e ciò è un bene per le persone che qui vorranno continuare a vivere. Si è già messa in movimento la macchina del lavoro, delle attività; tanti si stanno muovendo per cogliere questa opportunità per venire a lavorare nel nostro nuovo presidio. Questo sta portando fin da adesso un certo dinamismo economico, un incremento delle attività e mi auguro anche della vita in questa zona. Ne avevamo bisogno».