Ascoli.- C’è anche la prima fotografia aerea della città di Ascoli, esposta nella mostra dei disegni autografi dell’architetto Cesare Bazzani. Una vera chicca storico-culturale che risale al 1928 e che fu scattata da un pallone aerostatico ad alcune centinaia di metri di quota. Ritrae, in maniera nitida il centro storico del capoluogo piceno, come era prima delle modifiche urbanistiche del secondo Dopoguerra.
Il vetrino della fotografia, poi stampata da un professionista della città, è stato rinvenuto dall’ing. Giuseppe Matricardi, erede e omonimo del titolare dell’impresa di costruzioni che realizzò nel 1915 Palazzo Bazzani, sede della Fondazione Carisap. Un archivio storico tutelato dalla Sovrintendenza ai beni artistici, dal quale provengono una parte delle 32 tavole che sono state esposte in mostra nel prestigioso edificio, durante le recenti Giornate Fai di Primavera.
Ma visto il successo dell’iniziativa, nell’ambito dell’apertura al pubblico dei saloni dello stesso Palazzo, il Fai ha deciso di prolungare le visite, offrendo a tutti la possibilità di apprezzare disegni preparatori, incisioni, lettere, fotografie e stampe del primo Novecento, anche in altre sei giornate: dal 27 al 29 maggio, e dal 3 al 5 giugno.
«Abbiamo avuto 2100 visitatori nel corso delle Giornata di Primavera, nella nostra città – ha detto oggi in conferenza stampa Vittoria Minola, rappresentante del Fai di Ascoli – e ci è sembrato importante dare un’altra opportunità per disvelare i segreti di Palazzo Bazzani e far apprezzare la mostra che espone per la prima volta le opere del grande architetto, che insieme all’impresa Matricardi ha cambiato il volto del centro storico cittadino. Un periodo quello a cavallo tra Ottocento e Novecento, che ha segnato un’apertura della comunità locale alle idee e ai progetti di personaggi che venivano da fuori, e che forse non c’è più stata nei decenni successivi».
All’incontro di oggi, ha partecipato anche l’ing. Giuseppe Matricardi, nipote dello stesso imprenditore che mise in pratica le idee di Cesare Bazzani, realizzando un’opera di impronta modernista che si inserì poi perfettamente nel tessuto urbanistico del capoluogo piceno, antico di molti secoli. L’erede ha raccontato alcuni aneddoti relativi alle scoperte fatte nell’archivio di famiglia – già attiva alla fine del Settecento – ricordando anche le tante altre opere costruite ad Ascoli dal suo avo.
A cominciare dai vicini Palazzo Parisani, dalla sede centrale delle Poste e dall’edificazione di buona parte del nuovo – per il primo Novecento – quartiere di Campo Parignano, compresa una fabbrica di maioliche di proprietà degli stessi Matricardi. Insomma una vicenda davvero unica quella dei Matricardi, che si intreccia insieme alla storia stessa dello sviluppo della città picena, soprattutto nel Ventesimo secolo. Merito del FAI oltre che della Fondazione Carisap, averla portata alla luce. Da ricordare che per la visita guidata a Palazzo Bazzani è necessaria la prenotazione.