Clima di «cauto ottimismo» fra le imprese marchigiane del calzaturiero che hanno partecipato al Micam, una delle più importanti fiere di settore che si è chiusa ieri. Quasi un centinaio le aziende che si sono recate a Milano per l’appuntamento (93) in una fase economica molto complessa per la moda, e per le calzature, che scontano una crisi legata al quadro geopolitico internazionale, segnato dai conflitti, e alla forte concorrenza delle nuove economie.
«Le aspettative sulle presenze erano negative» dato il contesto di crisi nazionale «ma il calo degli operatori è stato meno pronunciato rispetto alle attese e questo ci fa ben sperare» spiega Giacomo Bramucci, presidente Confcommercio Marche, componente della giunta di Federmoda Italia e vicepresidente dell’Azienda Speciale della Moda di Camera di Commercio delle Marche.
«C’è un clima di soddisfazione per lo scampato pericolo – dice – quest’edizione poteva essere una delle peggiori vista la crisi del comparto, invece siamo cautamente soddisfatti per la qualità degli operatori: i player erano di meno, ma più qualificati, al Micam c’era la ‘crema’ di questo mondo» uno zoccolo duro che resiste.

Qualità è la parola chiave che ha contraddistinto le imprese marchigiane del calzaturiero al Micam, dove hanno brillato proprio grazie alle loro produzioni d’eccellenza. Al rientro dalla fiera l’auspicio delle imprese è che «ci sia minore discrepanza possibile tra le manifestazioni di interesse e gli ordinativi».
A far ben sperare è la nuova tendenza emersa all’appuntamento, ovvero un certo «ritorno all’elegante dopo anni di sneakers che ci hanno penalizzato, dato che il comparto calzaturiero marchigiano è più orientato all’eleganza. Questo può aiutarci».
La sostenibilità sta guadagnando spazi sempre più ampi, non solo alla fiera, ma anche nelle traiettorie di sviluppo delle imprese marchigiane che su questo tema stanno investendo. «Il calzaturiero marchigiano è avanti rispetto ad altri distretti proprio perché ha investito in filiere che guardano ai materiali sostenibili e all’etica» sottolinea.
Come vede il futuro delle imprese marchigiane il presidente Confcommercio Marche? «L’impressione è che si sia toccato il fondo e ci siano i presupposti per un rilancio su tre valori: qualità, sostenibilità e innovazione di prodotto. Le aziende hanno voglia di promuoversi come testimoniano le richieste di presenza alle prossime fiere internazionali (Germani e Turchia) non c’è un calo, grazie anche al sostegno all’internazionalizzazione da parte di Camera di Commercio delle Marche e della Regione. Dobbiamo tenere duro e andare in quella direzione, le imprese vanno appoggiate e sostenute».
La strategia, secondo Bramucci, deve guardare anche a bandi ad hoc per «premiare le imprese che sperimentano prodotti e campionari innovativi».