Sono già quasi 80 gli interventi effettuati nelle Marche nei primi sei mesi del 2024 dal Soccorso Alpino e Speleologico. Un dato che testimonia «un’attività in continua crescita sui territori montani della nostra regione» dichiara il presidente regionale del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) Tarcisio Porto, nel ricordare che nell’anno in corso ricorrono i 70 anni dalla nascita del CNSAS, «una realtà che sta vivendo da alcuni anni una nuova fase, legata ai recenti sviluppi normativi».
Dal 1° gennaio 2024 all’8 luglio sono 78 gli interventi di soccorso effettuati, di cui la maggior parte in provincia di Ascoli Piceno: 50 di questi in ambiente montano, 18 in ambiente impervio ed ostile generico (ad esempio rurale), 1 in grotta, 9 di supporto alla Protezione civile. Le persone soccorse per la maggior parte sono uomini (il 70%), in misura inferiore le donne (30%).
Solo nell’ultima settima si contano già tre soccorsi, l’ultimo dei quali il 6 luglio a Montefortino per un escursionista infortunato, un altro il 1° luglio alle Gole dell’Infernaccio dove un escursionista è rimasto ferito a seguito di una caduta e prima ancora il 30 giugno alle Lame Rosse per una donna caduta in un ghiaione. Moltissimi gli escursionisti, amanti delle passeggiate e del trekking che sempre più spesso scelgono le montagne marchigiane per trascorrere qualche giorno di vacanza o anche solo una giornata all’aria aperta.
«La nostra è una regione con una rete sentieristica notevole – prosegue Tarcisio Porto -, grazie ai parchi nazionali e regionali che offrono una varietà infinita di possibilità per gli escursionisti. Questo si riflette nell’attività di soccorso a cui gli operatori sono chiamati, intervenendo per la maggior parte dei casi (circa l’80%) su terreno impervio e in attività di ricerca dispersi. Oltre questi due scenari però non mancano interventi di supporto alla popolazione in caso di calamità naturali, così come accaduto nei drammatici eventi sismici e nevosi del 2016 e 2017 e gli alluvioni di Marche ed Emilia Romagna». Insomma, un impegno a 360 gradi quello del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico che nelle Marche conta 130 operatori.
In estate le montagne vengono prese d’assalto e si moltiplicano quindi gli interventi. A mettere a rischio gli escursionisti sono spesso la scarsa informazione e quindi la preparazione nell’affrontare la montagna con le sue insidie, così come l’abbigliamento e le calzature inadatte, insieme alla sottovalutazione dei rischi che possono comportare anche gravi conseguene. L’informazione in questo senso è fondamentale.
Il consiglio è quello di seguire alcune regole fondamentali per evitare rischi. Fra queste pianificare preventivamente il percorso, scegliere le escursioni tenendo conto della propria preparazione tecnica e della propria condizione psico-fisica, non andare da soli, se possibile, in montagna; comunicare a familiari e/o amici l’itinerario che verrà percorso e portare sempre al seguito un cellulare per eventuali richieste di soccorso. Tra i consigli salva vita quello di attivare l’app Georesq sul cellulare: aiuterà i soccorritori a trovare l’escursionista in caso di bisogno.
Fondamentale attrezzarsi adeguatamente in relazione all’attività programmata, al percorso, alla quota e alla stagione. Vestirsi in maniera adeguata facendo particolare attenzione alle calzature. Nello zaino è bene avere un ricambio completo asciutto, una giacca anti pioggia e vento, cibo e soprattutto delle bevande.
Non devono mancare un piccolo kit di pronto soccorso e una lampada frontale. In caso di imprevisti (difficoltà elevate, pericoli ambientali, maltempo e altro) bisogna essere consapevoli e rinunciare.