ASCOLI – «La luce del Natale porti chiarezza sul trasferimento di don Francesco». È la richiesta, scritta su uno striscione, avanzata da alcuni fedeli e operatori sanitari dell’ospedale Mazzoni nel corso della protesta pacifica, che si è svolta ieri (domenica 8 dicembre) a seguito della decisione delle diocesi di Taranto e Ascoli di richiamare in Puglia, sua terra d’origine, il cappellano del nosocomio, don Francesco Simeone. Al suo posto, subito dopo Natale, arriverà don Francesco Mangani, attuale parroco nel borgo di Roccafluvione.
L’iniziativa
Don Simeone, sette anni fa, partì dalla diocesi tarantina per spostarsi ad Ascoli, arrivando in una comunità scossa dalle conseguenze del terremoto. A volerlo fu l’ex vescovo monsignor Giovanni D’Ercole. Ora, però, a Taranto c’è bisogno di sacerdoti e il prete è stato richiamato ‘a casa’. Una mossa, quella fatta dal vescovo ascolano Gianpiero Palmieri e dal suo omologo di Taranto, che ha scontentato coloro i quali si erano affezionati al cappellano. Da qui la scelta, di una ventina di persone, di protestare pacificamente anche per dire grazie a don Francesco per l’operato svolto fino ad ora a beneficio delle persone ricoverate e del personale sanitario. Alcuni operatori e diversi fedeli, già ai primi di novembre, promossero una raccolta firme online da sottoporre al vescovo per far sì che potesse tornare sui suoi passi confermando don Francesco Simeone. Poi, venne affisso uno striscione fuori dal Mazzoni, inneggiante allo stesso sacerdote.