ASCOLI – Salvare dai rifugi quegli animali domestici, in primis cani e gatti, appartenenti alle persone decedute e che nessuno può più accudire. Questo l’obiettivo che intende perseguire l’Aidaa, l’Associazione italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, che ha deciso proprio di mettere a punto un piano ad hoc per evitare che gli esemplari possano finire nei canili e nei gattili di tutta Italia oppure, come purtroppo avviene molto spesso, trasformarsi in randagi. Il progetto dell’associazione parte proprio da quelle regioni nelle quali c’è un’altra percentuale di randagismo e mira a coinvolgere anche il Piceno.
L’obiettivo
L’idea prevede anche la collaborazione delle agenzie di pompe funebri e la creazione di una vera e propria rete di supporto, sia locale che nazionale, fatta di famiglie e associazioni che possano prendere in stallo i cani e i gatti dei defunti e che nessun parente vuole adottare per poi arrivare grazie ai social ed ai contatti diretti a trovare loro una nuova famiglia. «Si tratta di un progetto articolato ma semplice da realizzare con cabine di regia regionali o provinciali – spiega direttamente l’associazione –. Un piano che andrà realizzato passo per passo e che potrebbe vedere la luce già nel prossimo autunno. Fondamentale, però, è il ruolo della società, delle famiglie e delle varie realtà associative presenti sui territori. Stiamo parlando di una iniziativa che potrebbe evitare a circa tremila animali, tra cani e gatti, di finire nei rifugi. Vale sicuramente la pena provarci».
Gli step
Al momento è in corso la prima fase del progetto, dedicata al contatto con le onoranze funebri che vogliono aderire a questa iniziativa. Anche le imprese e le associazioni del Piceno saranno chiamate a collaborare. In provincia, ad esempio, un ruolo importante è svolto da ‘Amici di Fido’. «Questa è una bellissima iniziativa – conferma Marianna Stefanìa, presidente di tale associazione -. Per gli animali che hanno sempre vissuto in compagnia dei rispettivi proprietari, ovviamente, è difficile potersi abituare ai canili o ai rifugi. Mi auguro davvero che questa proposta possa trovare la collaborazione di tante realtà, anche se la difficoltà è quella di trovare un luogo nei quali tenere questi nostri ‘amici’ a quattro zampe. Noi, nel nostro piccolo, ci prendiamo cura di tanti animali, seppur con estreme difficoltà e grazie all’aiuto dei volontari, che dedicano il proprio tempo all’associazione».