Ascoli Piceno-Fermo

Caro gasolio, i pescatori protestano a Roma: presenti nella capitale anche tanti armatori marchigiani. Mangialardi: «Si intervenga subito»

Tra i manifestanti, provenienti da tutta Italia, anche decine di marchigiani, dal pesarese fino alla riviera, hanno deciso di aderire all'iniziativa chiedendo al Governo un immediato intervento per frenare gli aumenti

Alcuni dei pescatori che hanno manifestato oggi a Roma

SAN BENEDETTO – Giornata di protesta, a Roma, per la marineria di tutta Italia, con gli armatori che hanno deciso di fermarsi per qualche giorno per scioperare contro l’aumento spropositato, e improvviso, del prezzo del gasolio. Tra i manifestanti, ovviamente, anche decine di pescatori marchigiani, dal pesarese fino alla riviera picena, che hanno aderito appunto all’iniziativa, chiedendo al Governo un immediato intervento per frenare gli aumenti.

Lo sciopero

Lo sciopero, che sta andando avanti ormai da lunedì (7 Marzo), sta causando tanti problemi ai ristoratori e ai supermercati per quanto riguarda l’approvvigionamento di pesce fresco. E la sensazione è che la problematica proseguirà, visto che lo sciopero degli armatori di tutta Italia non terminerà prima del weekend, come annunciato da diverse associazioni di categoria.

Le associazioni di categoria

Ad alzare la voce sono anche le cooperative di pesca che aderiscono a Confcooperative Marche e che sono costrette a fare i conti ogni giorno con i continui aumenti del carburante per i pescherecci. Il gasolio costa ormai un euro circa al litro e questo significa che, per ogni settimana di uscita in mare, l’investimento di una barca media è di circa cinquemila euro. Una spesa che non sempre viene ripagata dal venduto del pescato riportato a casa, considerato che, come ogni azienda del settore, oltre ai costi del carburante si aggiungono anche quelli d’impresa e del costo del lavoro.

La protesta

Le cooperative di pesca, che aderiscono a Confcooperative Marche, raggruppano oltre cento imbarcazioni che impiegano più di mille addetti. Sono allo stremo e si devono anche confrontare con la riduzione delle giornate di pesca, arrivate a neanche 150 giorni l’anno. Per questi motivi hanno deciso anch’esse di aderire allo sciopero. «Il comparto è in ginocchio – sottolinea Giuseppe Micucci, responsabile regionale Fedagripesca della Confcooperative Marche -. Abbiamo bisogno di contenere i costi di impresa e del gasolio in particolare. I pescatori non sanno più come gestire questa situazione, chiedono un intervento di supporto da parte del Governo. E pensano che restare in banchina può essere, al momento, una soluzione drastica ma concreta».

Le parole di Mangialardi

Sull’argomento, in queste ore, è intervenuto anche il capogruppo del Pd in Regione, Maurizio Mangialardi. «È urgente che Regione Marche e governo nazionale intervengano con stanziamenti straordinari per sostenere il settore della pesca, gravemente danneggiato dall’insostenibile caro gasolio che rende antieconomica l’uscita in mare dei pescherecci – spiega Mangialardi -. La strada che auspichiamo è quella dei ristori immediati, a partire dalle attività costrette a investire maggiormente in carburante, per evitare che tante imprese ittiche, già provate dalla pandemia, cessino di esistere a causa di un possibile lungo stop. L’obiettivo non è solo salvaguardare un patrimonio economico del nostro territorio, capace di creare occupazione e far giungere nelle nostre tavole un prodotto sano e di qualità, ma anche un tratto saliente della tradizione e dell’identità marchigiana, che nelle marinerie delle nostre comunità costiere trova un saldo punto di riferimento».