ASCOLI PICENO – Un luogo ancestrale, magico, depositario di storia e fascino torna ad impreziosire l’offerta turistica del Piceno e di tutto l’Appennino. Sono giunti a conclusione, infatti, i lavori di riparazione post sisma su Castel di Luco, costruzione fortificata di epoca medievale situata nel territorio di Acquasanta Terme, dimora storica tra le più visitate delle Marche.
LEGGI ANCHE: Il Piceno riabbraccia Castel di Luco
Oggi, 25 marzo, la simbolica cerimonia di ripartenza dopo il complesso lavoro svolto sul sito, la cui particolarissima conformazione ellittica, che si staglia su uno sperone di roccia che domina la strada Salaria, ha reso l’intervento tanto complesso quanto delicato, per un importo totale che si aggira sui 5,3 milioni di euro. Presenti al taglio del nastro, oltre a Laura e Francesco Amici, il sindaco di Acquasanta Sante Stangoni, il direttore dell’Usr Marco Trovarelli, l’architetto Valerio Borzacchini e i rappresentanti della ditta che condotto l’intervento, la Delta Lavori di Sora (Frosinone).
«Si tratta di un ulteriore passo in avanti della grande ricostruzione pubblica in atto del cratere sismico – spiega il Commissario Straordinario al sisma 2016 Guido Castelli -. Il terremoto del 2016/2017 ha colpito anche castelli, ville e beni architettonicamente molto qualificati; da qui nasce il nostro impegno collettivo per un progetto di recupero che si è attestato su livelli di finanziamento molto importanti, studiato secondo una logica sartoriale. Beni di questa importanza e monumentalità, infatti, richiedono un’attenzione particolare e cioè, andare oltre quelle che sono le regole parametriche del contributo per essere in grado di intercettare tutte le esigenze del caso».
«Oggi torna dunque a splendere un castello meraviglioso, straordinario, e lo fa grazie all’impegno di tutti – continua Castelli -. Dalla famiglia Amici, che ne è proprietaria, fino alla Struttura commissariale, all’Ufficio Speciale Ricostruzione e a tutti coloro che sin da subito si sono posti il problema di restituire brillantezza e funzionalità ad un monumento che impreziosisce non solo il cratere ma tutto il centro Italia».