MARCHE – A quasi otto anni dal terremoto del 2016, il commissario alla ricostruzione Guido Castelli ha fatto il punto, in conferenza stampa, sugli interventi già effettuati e su quelli in programma nei prossimi mesi. A Palazzo Chigi, infatti, il senatore ha presentato il Rapporto sulla ricostruzione e riparazione aggiornato allo scorso maggio. Ventimila cantieri autorizzati, oltre 11mila completati, il 95% delle opere pubbliche avviato col 66% degli interventi in progettazione, tra cui tante chiese e scuole, un incremento del 16,6% delle erogazioni di Cassa depositi e prestiti per gli interventi privati, e il trend è in forte crescita. Questi i numeri principali elencati da Castelli.
I numeri
E poi sempre meno persone che vivono nelle ‘casette’: sono 11.182 famiglie, meno delle 12.319 dello scorso anno e delle 14.211 del 2022. Presenti alla conferenza anche la sottosegretaria al Mef Lucia Albano e i rappresentanti delle quattro Regioni del cratere: Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio. «Questi sono i dati del cambio di passo che abbiamo impresso e che prosegue, a un ritmo sostenuto, mentre è in corso anche l’attività di rilancio economica e sociale grazie a NextAppennino – ha spiegato Castelli -. Non mancano i problemi. Ma grazie al Governo e alla collaborazione con Regioni e sindaci siamo certi di poterli affrontare e risolvere». «E’ un lavoro di squadra – ha proseguito la Albano -, che dimostra la volontà del Governo di imprimere una accelerazione. Sul Superbonus nell’area del cratere si è intervenuti in un’ottica di continuità – E’ stato possibile usarlo assieme alle misure per il sisma, e si potrà ancora per un anno e mezzo. Dal plafond di 330 milioni ne sono già stati richiesti 125 e si andrà a esaurimento, mentre per il 2025 il tetto si deciderà in bilancio».
La Regione
Presente anche il governatore delle Marche, Francesco Acquaroli. «Numeri particolarmente significativi che testimoniano una accelerazione importante – ha spiegato Acquaroli -. La ricostruzione sta entrando nel vivo, quella dei cantieri ma anche la rigenerazione sociale ed economica». Per la quale ci sono anche gli 1,78 miliardi del NextAppennino, il programma complementare al Pnrr per l’innovazione e il rilancio ad ampio raggio che va oltre mura e borghi crollati. «Noi – ha concluso il commissario Castelli – vogliamo un Appennino contemporaneo, geloso della tradizione ma nel contempo capace di agganciare la modernità. Attraverso la ricostruzione post sisma stiamo affrontando una questione nazionale: un Centro Italia rigenerato diventa presidio essenziale anche per mitigare gli effetti della crisi climatica, e solo un Appennino ripopolato può contrastare il rischio idrogeologico».