Il maltempo che nello scorso fine settimana ha interessato gran parte della nostra Regione ha rappresentato un vero e proprio colpo di coda dell’estate che, come spiegano gli esperti, possiamo definire conclusa. Abbiamo fatto il punto della situazione con il climatologo dell’Unicam il dottor Massimiliano Fazzini.
«Da un punto di vista climatologico è normale che dopo Ferragosto ci sia la rottura metereologica dell’estate che spesso si esplica con l’arrivo di aria più fredda dal nord Europa che poi contrasta con mari molto caldi; questo destabilizza l’atmosfera e dà luogo a precipitazioni intense – ha spiegato il climatologo dell’Unicam Fazzini -. Quello che è successo in questi ultimi giorni è da considerarsi normale e non dipendente dal cambiamento climatico in atto. È chiaro che parallelamente, nei fenomeni avvenuti negli ultimi giorni, c’è il discorso dell’estremizzazione climatica che si è esplicata in modo particolare a nord dove c’è stata l’estate più instabile degli ultimi 60 anni con fenomeno molto intensi».
«Quello che è avvenuto nella nostra regione in questo fine settimana ha caratterizzato il nostro territorio a macchia di leopardo – ha aggiunto Fazzini -. Ciò che dobbiamo considerare è che questo per noi è stato l’anno più siccitoso degli ultimi 50 anni; consideriamo che nella zona costiera che va da Civitanova a San Benedetto del Tronto abbiamo registrato pioggia intorno ai 200 millimetri, tipico delle aree sub-desertiche e aride».
«Le grandinate o il dissesto idrogeologico, quando c’è l’inaridimento dei suoli e una loro compromissione, dà vita a fenomeni eccessivi – ha continuato Fazzini -. Anche in merito alle grandinate verificate tra Ancona e Porto San Giorgio non dobbiamo tornare molto indietro per trovare fenomeno simili: basti pensare a quanto avvenuto due anni fa a Grottammare il 24 di agosto. Non rientra invece nella normalità il fatto che piova così poco in relazione a quest’anno se si pensa che i 220 millimetri osservati sulle coste sono caduti solo in 10 giorni».
«I fenomeni di forte intensità avvengono normalmente o nelle conche interne alla base delle montagne oppure lungo le coste dove c’è il forte contributo termico e di umidità da parte dei mari – ha spiegato il climatologo Unicam -. L’estremizzazione climatica e il forte riscaldamento dei mari ha fatto sì che questi fenomeni non si siano limitati a settembre ma possano continuare anche a ottobre e novembre. Fenomeni che creano danni soprattutto perché nelle aree collinari vicino al mare trovano zone secche e fratturate dove il dissesto colpisce in maniera netta».
Dunque possiamo considerare finita l’estate? Cosa dobbiamo aspettarci per settembre? «Nei primi 20 giorni di settembre i modelli a lungo termine ci parlano di una condizione persistente di instabilità atmosferica e climatica con temperature che non torneranno elevate come d’estate. Inoltre ci saranno pochissime precipitazioni concentrate in un passaggio instabile che si avrà a metà della prossima settimana. Se l’estate è finita? Diciamo di sì perché, con tutta probabilità, non ci saranno più le ondate di caldo».