Ascoli Piceno-Fermo

Compleanno in Ucraina per Simona Ripari tra teatro e “raid alert”

L'attrice marchigiana impegnata in un progetto di Teatro senza frontiere, per portare il sorriso ai bambini ucraini. «Da quando è cominciata la guerra mancano tante cose, manca anche il teatro»

Diario di un compleanno lontano da casa come quasi tutti gli anni, ma non è un compleanno come tanti quello vissuto in questi giorni da Simona Ripari, la giovane attrice di teatro e cinema originaria di Porto Sant’Elpidio protagonista, tra l’altro, del docufilm “Gaspare Spontini Celeste amore”.

L’artista si trova in Ucraina, nell’ambito del progetto di “Teatri Senza Frontiere” insieme all’associazione Utopia, con Marco Renzi di Proscenio Teatro ed altri attori marchigiani. Sostenuto quest’anno dal comune di Montegiorgio, da alcuni anni “Teatri senza Frontiere” propone spettacoli “tra gli ultimi della terra”, nella convinzione che tutti i bambini hanno diritto a vivere pienamente la propria infanzia. Dopo le tournée in America del Sud, Kenya, Sarajevo, in Bosnia ed Erzegovina nel campo profughi di Usivak, quest’anno si lavora in Ucraina

Lo scorso 26 settembre, Simona Ripari ha spento le candeline a Leopoli, dopo una intensa giornata di lavoro teatrale e di spettacoli. Il suo Diario di compleanno l’ha condiviso via Facebook, ed è un racconto molto bello che vogliamo condividere con i lettori di queste pagine.

«Al mattino – racconta Simona nel suo post – due spettacoli consecutivi (due di dieci) in una scuola che collabora con una Casa Famiglia dei religiosi Salesiani. Conosciamo centinaia di bambini. A Leopoli si sono rifugiati migliaia di profughi (migliaia vivono in agglomerati di case simili alle nostre SAE ma più piccole), intere famiglie che sono fuggite dalle zone del paese che sono state distrutte, dove il conflitto fuoco a fuoco è vicino. Ci sono bambini che hanno i papà o i fratelli in guerra, o che peggio sono morti in guerra, bambini orfani, o bambini sereni ma le cui scuole hanno i bunker sotterranei antiaerei per quando suonano le sirene… bambini che imparano a conoscere il nemico, le mine e le bombe durante l’ora di educazione civica».

«A questi bambini – si legge ancora – io e Gabriele Claretti abbiamo portato un’ora di divertimento. Tanti sorrisi, tanti abbracci, le grida di entusiasmo non le scorderò mai. Le insegnanti ci offrono tè, caffè, dolcetti tipici, ci fanno i complimenti per lo spettacolo (MitiMuti, Le XII fatiche di Ercole, Ho un’Idea) e ci ringraziano per aver portato un po’ di gioia durante un periodo così buio. Da quando è cominciata la guerra mancano tante cose, manca anche il teatro. Torniamo al seminario che ci ospita stanchi, sudati (come in foto) affamati e tanto felici. Grazie Padre Ihor Boyko per l’accoglienza e il programma che hai riservato per noi».

«Ore 14.24. Padre Andriy Stasiv che in questi giorni è la nostra guida, sempre disponibile, impeccabile “tour manager” ci ha invitato nella sua stanza. Ho da poco spento una candela ed espresso un desiderio per il mio compleanno, ma che non è per me sola. Tanti auguri a me tanti auguri a me. Improvvisamente le sirene fuori iniziano a suonare, è la prima volta che le sento e nei giorni a seguire le sentirò altre volte. Arriva una notifica inaspettata sul telefono: Government of Ukraine alert. Air raid alert. Take shelder immediately. La situazione è surreale; mi viene anche da sorridere pensando che a casa il famoso messaggio prova “IT Alert” non mi è mai arrivato. Non ho paura e mi sento al sicuro dove sono, con chi sono, per fortuna lontana da potenziali obiettivi russi.

«Ore 14.55. Arriva un’altra notifica, l’allerta è finita. Possiamo uscire e fare un bel giro in centro. A prima vista Leopoli non sembra la città di un paese in guerra; alle sirene la gente si è abituata, i locali chiudono prima ma resta una città bellissima che reagisce continuando a vivere la vita di sempre, anche con i monumenti storici architettonici impacchettati e le finestre degli edifici protette da sacchi di sabbia contro le esplosioni».

«La guerra è terribile e non ha nessun senso. Penso questo mentre scatto foto come una turista qualunque, mangio deliziose tipicità ucraine e brindo con svariati tipi di vodka in un locale sotterraneo ispirato ai partigiani ucraini dove per entrare serve la parola d’ordine “slava ucraini”».

«Ti auguro tanti anni di vita si canta in Ucraina anziché Tanti auguri a te. Io spero di vivere abbastanza a lungo per conoscere tante persone bellissime come quelle incontrate in questi giorni, persone che ritroverò presto ne sono certa. Io spero di vivere abbastanza a lungo per tornare in Ucraina con la pace e per non dover andare mai più in un paese con una nuova scellerata guerra. Viva la pace, sempre».

«Il mio diario con tutte le foto continuerà su ig e Facebook per chi vorrà seguirlo, nel frattempo vi ringrazio di cuore per gli auguri ricevuti, risponderò con calma come ogni anno. Grazie al fantastico gruppo che ha vissuto con me in Ucraina questa avventura, ma sfidando le bombe e portando spettacoli nelle zone più pericolose. Nerone Bianchi, Ruggero Razzi (fotografo), Marco Pedrazzetti, Noemi Bassani, Stefano Tosi. Grazie Teatri senza frontiere».