ASCOLI – I prossimi dieci giorni saranno cruciali per le sorti degli oltre 300 operai della Beko di Comunanza che rischiano il posto a seguito della decisione assunta dalla multinazionale di voler chiudere lo stabilimento piceno alla fine del 2025. Diversi, infatti, gli appuntamenti in programma. Lunedì mattina, all’interno della fabbrica, ci sarà un’importante riunione sindacale. Nel pomeriggio, alle 16, si svolgerà l’assemblea pubblica indetta dal sindaco Domenico Sacconi, che richiamerà in auditorium i primi cittadini del comprensorio montano ma anche il presidente della Regione Francesco Acquaroli.
La protesta
Il 7 dicembre, poi, i lavoratori saranno protagonisti di un corteo di protesta che partirà dalla Beko per arrivare davanti al Comune di Comunanza. «Personalmente farò il possibile per far capire alla multinazionale che la strada intrapresa è quella sbagliata – promette Francesco Armandi, segretario provinciale e regionale Ugl metalmeccanici, che per 35 anni ha lavorato proprio nello stabilimento di Comunanza, ex Whirlpool -. Gli operai sono sconcertati e nessuno si sarebbe aspettato un annuncio del genere, da parte dell’azienda, nel tavolo ministeriale di dieci giorni fa. Era soltanto il secondo incontro e il nostro intento era quello di aprire una trattativa. Ma dai vertici aziendali non ci sono state aperture. Ci riuniremo di nuovo al Ministero del Made in Italy il prossimo 10 dicembre e in quella occasione mi auguro che capiscano una cosa importante: la fabbrica di Comunanza ha solo il 6 per cento di perdite e le altre sedi che invece resteranno aperte hanno dati peggiori. Questo rende l’idea di come la strada relativa alla chiusura non sia percorribile e spero che la multinazionale faccia un passo indietro, consapevole dell’errata valutazione compiuta. La nuova proprietà ha acquisito le quote da soli sei mesi e già assume una decisione simile. Insomma – conclude il sindacalista -, è davvero qualcosa di clamoroso».