ASCOLI PICENO – «Si è autentici solo quando si è bambini, fino a 10 anni di età. Poi si diventa come tutti gli altri». In una frase c’è tutta la filosofia del “cantafavole” ascolano Gianluca Lalli, già vincitore del Premio Rino Gaetano nel 2005 ed anche dell’Hard Rock Cafè per il suo videoclip Il lupo nell’ambito del Festival di Venezia del 2013.
Nato ad Arquata del Tronto 44 anni fa, cantautore e scrittore, Lalli ha fatto del rapporto con i bambini il suo percorso di vita e di lavoro. Da 15 anni tiene corsi nelle scuole per avvicinare i più piccoli alla letteratura, alla poesia e in generale alla creatività artistica, attraverso la narrazione ma anche e soprattutto la musica.
Una vera e propria educazione alla bellezza della cultura e dell’arte, molto apprezzata dai bambini che ricambiano e donano sempre qualcosa di inatteso ed originale al cantautore: «Con la musica si entra nel loro cuore – dice Lalli – e da lì, narrando storie antiche ma anche più recenti, tornano indietro poesie e sogni che ti aiutano a crescere e migliorarti».
Da qui l’idea di creare un disco che poteva raccogliere questa lunga e preziosa esperienza, mettendo in musica alcuni racconti del più grande scrittore italiano per l’infanzia: Gianni Rodari.
Uscito nel 2020, l’album Favole al telefono si ispira alla celeberrima opera di Rodari che ha affascinato generazioni di fanciulli in tutto il mondo, e ne trae sette brani che vogliono lanciare un preciso messaggio: «L’utopia della verità – spiega il cantautore – è ancora possibile, anche se rappresentata in forme diverse. E questo è ancora più importante oggi, in un’epoca oppressa da pandemia e menzogna».
Il disco, che purtroppo ha dovuto subire rallentamenti nei programmi di promozione dovuti alle chiusure per il covid, anche se ha avuto un’eco sulla stampa nazionale, è stato molto apprezzato da Paola Rodari, la figlia del geniale narratore e pedagogista di Omegna, di cui nel 2020 si celebravano i 100 anni dalla nascita (morì a Roma nel 1980).
Un motivo di soddisfazione in più per Gianluca Lalli, e di stimolo a continuare nel suo percorso di «educazione alla letteratura» per i più piccoli, ma anche per i ragazzi delle scuole superiori (recente una lezione a distanza tenuta con gli studenti di un liceo di Crotone).
Autore di un documentario sulla vita di Rino Gaetano (2019) e di cinque tra romanzi, libri di racconti e raccolte di poesie e di aforismi – l’ultima è stata La rivoluzione è un fiore non colto (Letterattura Alternativa Edizioni, 2017) -, l’artista e docente ascolano ha alle spalle già numerose collaborazioni con famosi musicisti, tra cui Claudio Lolli.
E dopo 4 album pubblicati – Il tempo degli assassini, La fabbrica degli uomini, Metropolis e appunto Favole al telefono, sta già lavorando ad una nuova fatica, che si chiamerà Letteratura in Musica.
Ricorda Lalli: «Un’anteprima del disco è stata presentata online il 18 febbraio scorso a un evento organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura a Montreal, in Canada: ma il progetto deve ancora definito e pubblicato. Con il supporto di alcuni membri dei Modena City Ramblers e di altri gruppi, svilupperà in forme moderne testi che vanno da Omero fino al Novecento, Carlo Levi e Alda Merini compresi. Mi auguro che possa essere ben accolto».
Basterebbe questo per comprendere lo spessore culturale ma anche il coraggio eretico e controcorrente del lavoro compiuto da Gianluca Lalli. Ma il suo eclettico talento creativo e narrativo non si può fermare. Ed in attesa della riapertura dei teatri, il cantautore si mette in contatto con il pubblico con quello che ha: il web. E sulla sua pagina Facebook tiene regolarmente il Folk Studio, serie di incontri e spettacoli in cui canta e intervista autori di prestigio. Il prossimo appuntamento è domenica 18 aprile con Giovanna Marini.
«Vive per davvero e fino alla morte, solo chi resta fanciullo per tutta la vita». La frase di Giacomo Leopardi è in una scena del film Il giovane favoloso, capolavoro del regista Mario Martone ed interpretato magistralmente da Elio Germano. Gianluca Lalli è forse uno di questi fortunati.