Ascoli Piceno-Fermo

Covid, ad Ascoli 110 pazienti curati con anticorpi monoclonali: meno persone al Pronto soccorso

Due Centri autorizzati per la somministrazione ad Ascoli e San Benedetto. Con la terapia ambulatoriale pressione ridotta sulle Rianimazioni

ASCOLI – Nell’ospedale di Ascoli ad oggi sono stati trattati 110 pazienti con l’utilizzo degli anticorpi monoclonali, per combattere l’infezione da SARS-Cov2. Lo riferisce l’Area Vasta 5 del Piceno. Grazie alla collaborazione esistente tra Medici di Medicina Generale, USCA e referenti ospedalieri, è stato predisposto un ambulatorio dedicato dove quotidianamente dal lunedì al venerdì vengono curate le persone a rischio e l’attività è stata notevolmente intensificata nell’ultimo mese in risposta al crescente numero di pazienti positivi.

Contenimento degli accessi in Pronto soccorso e Rianimazione

Questa risposta terapeutica – che secondo la direzione dell’AV5 non sostituisce assolutamente il ruolo dei vaccini – sta permettendo di contenere il numero di accessi in Pronto Soccorso ed in Rianimazione. Attualmente nel Piceno il numero di pazienti piu’ gravi che richiedono ospedalizzazione è notevolmente ridotto se confrontato con i numeri di un anno fa.

La prima somministrazione il 24 marzo

La Regione Marche ha attivato la terapia con anticorpi monoclonali il 17 marzo scorso e la prima somministrazione in nell’Ascolano è avvenuta il 24 marzo. Nell’ Area Vasta 5 i Centri autorizzati alla prescrizione sono la unità di Pneumologia diretta dal Dott. Vittorio D’Emilio ed il Pronto Soccorso di San Benedetto del Tronto diretto dalla Dott.ssa Giuseppina Petrelli.

Un’arma in più contro la Sars Cov2

«Gli anticorpi monoclonali – sostiene l’AV5 – rappresentano un’arma disponibile per combattere l’infezione da SARS-COV2. Sono proteine sintetizzate in laboratorio che hanno le stesse caratteristiche di quelle prodotte dal nostro organismo e che si legano ad un solo sito dell’agente che si vuole combattere. Sono proteine che hanno lo scopo di legarsi alla proteina S (Spike) del Coronavirus impedendo in tal modo che possa interagire con il recettore ACE2 (presente sul polmone, rene, endotelio, cuore) e penetrare successivamente nelle cellule dando il via all’infezione».

Terapia senza ricovero

La terapia alternativa al vaccino è ambulatoriale e non richiede il ricovero del paziente il quale dopo aver ricevuto la somministrazione e dopo un breve periodo di osservazione torna a casa autonomamente.

Gli anticorpi monoclonali sono stati autorizzati per i pazienti con età superiore 12 anni con comorbidità (immunodeficienza, patologie respiratorie croniche, malattia cardio-cerebrovascolare, sovrappeso corporeo. insufficienza renale cronica ed altro ) ed in tutti i pazienti con età maggiore di 65 anni, con sintomi di grado lieve-moderato. Per essere maggiormente efficaci devono essere somministrati precocemente dopo il riscontro della positività al tampone molecolare o antigenico strumentale, non oltre i 10 giorni dall’esordio dei sintomi.