Ascoli Piceno-Fermo

Il covid non molla il Piceno: da fine maggio i contagi sono raddoppiati in tutti i comuni

A San Benedetto, intanto, la consigliera Bottiglieri alza la voce per il mancato servizio della guardia medica turistica

ASCOLI – Mentre nel 2020 e nel 2021, nel periodo estivo, i contagi da coronavirus erano diminuiti in maniera netta, quasi arrivando ad azzerarsi, quest’anno sembra esserci stata un’inversione di tendenza. Almeno in base ai dati che riguardano il Piceno. Da fine maggio, infatti, i casi positivi sono quasi raddoppiati e questo deve fare un po’ preoccupare, anche se fortunatamente non si sono riscontrati gravi casi di infezione e non ci sono persone ricoverate in ospedale che rischiano la vita. Per lo più si tratta di soggetti asintomatici, o comunque con sintomi lievi. Resta il fatto, però, che il covid non vuole proprio mollare la presa. Neanche in occasione della stagione estiva.

I numeri

Ad oggi, entrando nei dettagli, nel comune di Ascoli ci sono 312 casi positivi. A fine maggio, giusto per fare un confronto, ce n’erano meno di 200. A San Benedetto, invece, si è passati da 185 a 331 contagi. Aumenti significativi anche ad Acquaviva, dove ci sono 31 persone affette dal coronavirus, mentre a Monteprandone i contagiati sono 54. A Folignano, invece, attualmente ci sono ben 41 persone in isolamento in quanto positive. Numeri elevati anche nel comune di Spinetoli, con addirittura 76 casi. Contagi raddoppiati anche a Grottammare, dove nel giro di pochi giorni si è passati da una sessantina di persone positive a oltre cento. Insomma, la situazione va tenuta sotto controllo e, magari, sarebbe bene continuare ad usare alcune precauzioni soprattutto nei luoghi al chiuso, anche se dal 15 giugno scorso non è più obbligatorio indossare la mascherina.

L’altro fronte

A proposito di sanità, intanto, in riviera la consigliera comunale di San Benedetto, Aurora Bottiglieri, alza la voce a seguito della mancata attivazione del servizio di guardia medica turistica proprio nella sua città, oltre che a Grottammare, Porto D’Ascoli e Cupra. «La mancanza del servizio comporta un ulteriore e gravoso problema, quello dell’afflusso di utenti al Pronto Soccorso, che è già in crisi più del normale per la mancanza di personale medico ed infermieristico – spiega la Bottiglieri -. Sono molte centinaia le prestazioni minori effettuate presso i centri di guardia medica turistica, fornite prevalentemente a cittadini non residenti. È un servizio importante legato alla natura turistica dei nostri centri costieri nel momento in cui, dopo gli anni della pandemia, la ripresa del comparto turistico si gioca anche sulla capacità di offrire servizi assistenziali immediati e di qualità e non sulla diminuzione dei livelli di sicurezza sulla spiaggia»