Ascoli – Il covid, purtroppo, continua a penalizzare gli studenti. Soprattutto nel Piceno. In base all’ultimo report diffuso dall’ufficio scolastico regionale, infatti, sono addirittura 236 le classi in quarantena nella provincia di Ascoli. In particolare, di queste, 37 si riferiscono alla scuola dell’infanzia, 58 alla scuola primaria, 24 alla scuola secondaria di primo grado e 117 alla scuola secondaria di secondo grado. Molto elevato anche il numero delle classi che attualmente si trovano in didattica a distanza, la cosiddetta e tanto chiacchierata ‘Dad’: ben 365 sempre nella provincia ascolana. Di queste, 52 della scuola dell’infanzia, 92 della scuola primaria, 40 della scuola secondaria di primo grado e 181 della scuola secondaria di secondo grado. Dati che confermano una costante crescita, da dicembre, settimana dopo settimana della situazione contagi nelle scuole del Piceno.
L’affondo del Pd
Nel frattempo, a proposito di scuole, il Partito Democratico ascolano torna ad attaccare il Comune, questa volta in merito all’opportunità di prevedere dei tamponi gratuiti per gli studenti delle scuole dell’infanzia e della scuola primaria. Il tutto, ovviamente, dopo che in diversi comuni della provincia le amministrazioni si sono attivate per garantire alle famiglie la gratuità dei test da far eseguire agli alunni, sia durante l’autosorveglianza, sia prima del rientro in classe dopo la didattica a distanza. «Ad Ascoli, purtroppo, il costo dei tamponi è totalmente a carico delle famiglie – spiegano i consiglieri comunali Francesco Ameli, Pietro Frenquellucci e Angelo Procaccini -. Per questo, nel raccogliere le istanze di tanti genitori, chiediamo al sindaco Fioravanti e agli assessori competenti di attivarsi affinché vengano somministrati tamponi gratuiti agli studenti delle scuole dell’infanzia e primaria. Per le scuole secondarie, infatti, sono già previsti i tamponi gratuiti in farmacia dietro ricetta del medico curante. Oltre gli slogan e video – prosegue il gruppo consiliare del Partito Democratico –, servono azioni concrete, sia per venire incontro alle esigenze delle famiglie visto anche il caro bollette, sia per garantire la continuità scolastica e la sicurezza dei bambini, già in difficoltà con il caos ricostruzione scuole. La scuola è un diritto e non si può gravare sulle famiglie anche con il costo dei tamponi».