FERMO – Il gruppo della Guardia di Finanza di Fermo ha portato a termine due distinte indagini delegate dalla locale Procura della Repubblica, avviate a seguito di altrettante querele presentate da soggetti che ritenevano di essere stati vittime di una truffa.
Nel primo caso, le fiamme gialle hanno ricostruito ed individuato il sistema di frode posto in essere da un avvocato di Ascoli Piceno al quale i clienti si erano affidati per curare l’estinzione di un debito di decine di migliaia di euro nei confronti di una società di riscossione crediti. Dagli accertamenti esperiti dai militari, anche tramite l’ausilio delle banche dati in uso al Corpo, è scaturito che il professionista aveva creato una società “fittizia” ad hoc, intestata ad un prestanome, residente nell’ascolano, avente la stessa denominazione della reale società di recupero crediti, differenziandola solamente per la diversa natura giuridica e per la tipologia di attività esercitata, inducendo in errore i propri clienti che, convinti di trattare con il reale creditore, su indicazione del proprio legale, concludevano con la società un fittizio “accordo transattivo”.
Gli ignari sottoscrittori, pertanto, procedevano ad effettuare, sull’Iban indicato dal proprio avvocato, due distinti bonifici a saldo del proprio debito, inconsapevoli del fatto che le somme versate non sarebbero mai giunte alla reale società di recupero crediti. Dall’analisi delle movimentazioni su tale conto corrente è stato infine constatato che, contestualmente all’accredito delle somme, la società “fittizia” aveva disposto una serie di bonifici a favore del professionista.
Al termine dell’indagine, la Guardia di Finanza ha denunciato all’Autorità Giudiziaria l’avvocato e il soggetto “prestanome” (formalmente titolare della “finta” società) per il reato di truffa (art. 640 codice penale) per aver, in concorso tra loro, procurato un ingiusto profitto in danno degli ignari clienti, beneficiando indebitamente, tramite artifizi e raggiri, delle somme bonificate per un importo complessivo di 20mila euro.
La seconda attività di indagine è scaturita anch’essa da una querela presentata dai titolari di due società cooperative piemontesi operanti nel settore dell’edilizia. Le ditte, al fine di sottoscrivere due polizze fideiussorie a garanzia dell’esecuzione di lavori edili, si erano rivolte ad un broker di San Benedetto del Tronto che provvedeva a far stipulare i relativi contratti con una società assicurativa estera. Su indicazione del predetto intermediario, la prima società versava un importo di 23mila euro sull’Iban (riconducibile ad un conto corrente aperto in un istituto di credito di Grottammare) intestato allo stesso broker, l’altra società invece, non avendo più necessità di usufruire della polizza, non perfezionava l’operazione, evitando il versamento della medesima somma di denaro.
Le investigazioni hanno svelato un meccanismo di frode configuratosi tramite la riproduzione fittizia di polizze assicurative riportanti l’intestazione di reali società assicurative estere. A seguito di ulteriori accertamenti esperiti, anche tramite contatti diretti con le effettive società assicurative, è emerso che le polizze stipulate, in realtà, erano false.
Nel frattempo il broker, dopo aver incassato dalla prima società la polizza “fittizia”, tentava di riscuotere la medesima somma anche dalla seconda persona giuridica.
Alla luce di quanto emerso dalle indagini, i finanzieri fermani hanno denunciato l’intermediario finanziario per il reato di truffa e tentata truffa (artt. 640 e 56 del codice penale), in relazione alla redazione delle false polizze fideiussorie e, nel primo caso, all’indebito beneficio delle somme bonificate da una delle società truffate.
Le condotte illecite sono attualmente al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e, sulla base del principio di presunzione di innocenza, l’eventuale colpevolezza delle persone sarà definitivamente accertata solo ove interverrà sentenza irrevocabile di condanna.
Gli interventi della Guardia di Finanza di Fermo hanno avuto il fine, oltre che di tutelare i cittadini, di contrastare le condotte di chi agisce slealmente e fraudolentemente, a tutela della maggioranza degli altri operatori dei medesimi settori che operano secondo la legge e in maniera trasparente.