Ascoli Piceno-Fermo

Morti sospette alla Rsa di Offida, Asur condannata al risarcimento

L'infermiere ascolano Leopoldo Wick, all'epoca in servizio nella struttura, in primo grado era stato condannato all'ergastolo per omicidio. L’uomo era stato poi assolto dalla corte d'Assise d'Appello di Ancona, ma la Corte di Cassazione ha disposto un nuovo processo

Leopoldo Wick

ASCOLI – Il tribunale civile di Ascoli Piceno ha condannato l’Asur Marche a risarcire con 560mila euro (più gli interessi) i familiari di Lucia Bartolomei, anziana ospite della Rsa di Offida, deceduta a causa di una presunta intossicazione da promazina somministratale durante il ricovero. L’infermiere ascolano Leopoldo Wick, all’epoca in servizio nella struttura sanitaria, in primo grado era stato condannato all’ergastolo per omicidio dalla corte d’Assise di Macerata. L’uomo era stato poi assolto dalla corte d’Assise d’Appello di Ancona, ma la Corte di Cassazione ha disposto un nuovo processo presso la Corte d’Appello di Perugia.

Il processo

L’avvocato dei familiari, Matteo Mion, ha deciso di non costituirsi parte civile nel processo penale, ma ha intrapreso la causa civile contro Asur, chiedendo un risarcimento per l’operato del dipendente e per omessa vigilanza. Il giudice Francesca Sirianni ha riconosciuto un risarcimento di 480mila euro, più 82mila euro di spese legali, accogliendo la consulenza tecnica che attribuiva con alta probabilità (oltre il 90 per cento) il decesso all’intossicazione da promazina, valutando che la signora Bartolomei, a 93 anni, avrebbe avuto un’aspettativa di vita media di ulteriori 3,69 anni secondo le tabelle Istat.

La consulenza ha avuto un peso rilevante nel pronunciamento emesso ieri (martedì 5 novembre) sebbene non fosse condivisa dai consulenti dell’Asur.