ASCOLI – A poco più di un mese dall’omicidio, si è svolto ieri (martedì 28 gennaio) il sopralluogo nel capannone industriale di Comunanza dove è scoppiata il 23 dicembre scorso la violenta lite che ha portato alla morte di Renzo Paradisi. Nell’occasione venne ferita anche la moglie Maria Antonietta Giacomozzi. Presenti il procuratore capo di Ascoli, Umberto Monti, insieme a consulenti, legali e periti.
L’indagine
Il 42enne Claudio Funari è accusato di omicidio premeditato, tentato omicidio e altre aggravanti. Avrebbe aggredito i coniugi in due momenti distinti ma ravvicinati. Il capannone conserva numerosi indizi utili per ricomporre la dinamica dei fatti: tracce di sangue, un muretto della cucina divelto, un vaso e un portavasi. Questi ultimi sarebbero stati utilizzati come armi contro Maria Antonietta Giacomozzi. Una vasta macchia di sangue sul pavimento segnerebbe il punto in cui, secondo la donna, Funari avrebbe colpito ripetutamente la testa del marito.
Le testimonianze
Tra gli oggetti sequestrati figurano un mazzo di chiavi e una paletta da camino, quest’ultima indicata da Funari come l’arma usata da Maria Antonietta per colpirlo, scatenando così la sua reazione violenta. Le testimonianze raccolte e le analisi delle tracce ematiche saranno cruciali per ricostruire i movimenti delle vittime e dell’aggressore all’interno del capannone, contribuendo a chiarire l’esatta sequenza degli eventi e le responsabilità di ciascuno.