SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Di nuovo in strada. Di nuovo a manifestare. Numerosi lavoratori dell’Area Vasta 5, insieme ai rappresentanti sindacali, sono tornati ad alzare la voce. E lo hanno fatto oggi pomeriggio, davanti all’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto, durante il presidio promosso da Nursind, Usb e Nursing Up.
La manifestazione
L’iniziativa di protesta è stata organizzata a seguito del fallito tentativo di conciliazione del 24 ottobre scorso e dopo l’annullamento della convocazione del 9 novembre in Regione. «Annullamento della convocazione – spiegano i rappresentanti delle tre associazioni sindacali – avvenuta nonostante la nostra richiesta inviata in data 15 novembre alla Regione Marche e al Dipartimento Salute». Diverse le richieste che sono state sollevate, negli ultimi mesi, dagli operatori sanitari dell’Area Vasta 5, che riguarda appunto i territori di Ascoli e San Benedetto, tanto che nei giorni scorsi un’altra manifestazione simile era andata in scena davanti all’ospedale Mazzoni, proprio nel capoluogo. Tra le richieste: la restituzione di 495.000 euro del Fondo Produttività 2022 ai lavoratori del comparto e il relativo pagamento a saldo. Poi, si è parlato anche della rideterminazione del Fondo Contrattuali che, come spesso evidenziato, è inferiore rispetto alle altre Aree Vaste di circa mille euro pro capite, generando di fatto una disparità di trattamento economico per i lavoratori dell’Area Vasta 5.
Le altre richieste
Tante altre, poi, le richieste sottolineate dai lavoratori nel corso della protesta di oggi. «Chiediamo a gran voce che l’istituzione dei nuovi incarichi di funzione avvenga secondo le norme che saranno previste dal nuovo contratto collettivo di lavoro del comparto per gli anni 2019-2021, in fase di definitiva sottoscrizione – proseguono i rappresentanti sindacali -. Ma anche il riconoscimento dei tempi di vestizione al tempo del covid, ovvero circa 40 minuti a turno, come da delibera della Regione Marche. Chiediamo anche il riconoscimento della indennità di malattie infettive ormai fermo ad aprile 2022, dunque sette mesi di arretrati, ai lavoratori che operano nei Pronto Soccorso e nei reparti covid. Infine, poniamo l’accento anche sulle premialità covid del 2020 e il pagamento dei festivi infrasettimanali, negato da anni nonostante diverse sentenze hanno sancito l’illegittimità di tale comportamento».
La situazione, sempre secondo i rappresentanti sindacali dei lavoratori dell’Area Vasta 5, avrebbe superato ampiamente i limiti della tollerabilità traducendosi in pesanti criticità per tutti i dipendenti. Per questo motivo, dunque, è stato dichiarato lo stato di agitazione, che prosegue ormai da tanti mesi.