Ascoli Piceno-Fermo

Dl Rilancio, il pacchetto sisma non passa: «Indifferenza inaccettabile e vergognosa»

Il primo cittadino di Macerata Romano Carancini ha chiesto la convocazione urgente del Direttivo Anci regionale, di tutti i parlamentari marchigiani e del Commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini dopo la notizia. Ecco le reazioni delle istituzioni

Uno degli edifici danneggiati dal sisma del centro Italia
Uno degli edifici danneggiati dal sisma del Centro Italia

Gli emendamenti per sbloccare la ricostruzione post sisma 2016 non passano in Commissione bilancio alla Camera. Una notizia, quella di ieri, 5 luglio, che sembra davvero una beffa dopo le tante promesse del “non vi lasceremo soli” che gli sfollati e i comuni del centro Italia si sentono ripetere ormai da quattro anni.

Il pacchetto previsto avrebbe prorogato lo stato di emergenza dopo il 31 dicembre, avrebbe aumentato gli incentivi per i tecnici, avrebbe anche stabilizzato il persone e destinato il 5% dei fondi per la ricostruzione pubblica a sostegno delle attività produttive.

Una notizia – arrivata a un mese e mezzo dall’anniversario del 24 agosto – ha provocato sdegno e rabbia tra le istituzioni e tra i primi cittadini del cratere che ormai da quattro anni sono impegnati a combattere l’emergenza.

Giovanni Legnini.
Il commissario Giovanni Legnini

Sulla questione è subito intervenuto il Commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini. «Un percorso per stabilizzare il personale precario e prorogare i contratti in scadenza, il collegamento del nuovo Sismabonus con il contributo alla riparazione delle case lesionate, la revisione dei compensi ai professionisti che assumono maggiori responsabilità, la proroga dello stato di emergenza, risorse certe per sostenere lo sviluppo, poteri veramente straordinari per il Commissario anche se limitati alle opere più complesse, sono misure indispensabili per far decollare la ricostruzione dopo il terremoto del 2016».

«Da tempo erano state condivise con i sindaci, i Ministeri competenti, le associazioni dei cittadini, i professionisti, e sembrava che alcune di esse potessero essere accolte nel Decreto Rilancio che il Parlamento si appresta ad approvare, anche in considerazione della doppia, lunghissima emergenza vissuta da questi territori – ha aggiunto il Commissario -. Capisco, dunque, la preoccupazione dei sindaci, delle Anci regionali, la delusione dei cittadini del cratere per il mancato accoglimento di queste norme. Adesso è importante insistere affinché siano varate al più presto, utilizzando il veicolo normativo che il Governo riterrà appropriato. Solo così sarà possibile completare il quadro degli strumenti necessari per far partire davvero la ricostruzione, ormai alla vigilia del quarto anniversario del primo dei gravi terremoti che hanno sconvolto il Centro Italia. Continuerò ad impegnarmi con la massima determinazione perché, al più presto, siano fatti questi passi decisivi».

Il sindaco di Macerata Romano Carancini

Al coro di disapprovazione e indignazione dei sindaci dei territori colpiti dal grave sisma del 2016 si è aggiunta anche la voce del primo cittadino di Macerata Romano Carancini che ha chiesto la convocazione urgente del Direttivo Anci regionale, di tutti i parlamentari marchigiani e del Commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini. «Uno scandalo inaccettabile l’indifferenza dei sazi parlamentari – afferma Carancini – lontani dalle persone e dal dramma di chi vive in 40 metri quadri di container, lontani dalle proprie case da oltre quattro anni».

Maurizio Mangialardi
Maurizio Mangialardi, coordinatore delle Anci Terremotate Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo

«Come coordinamento delle Anci terremotate abbiamo lavorato alla redazione di un documento di sintesi approvato in assemblea che il presidente Decaro ha portato in audizione al governo. La notizia che la Commissione Bilancio della Camera abbia bocciato gli emendamenti proposti dell’Anci è inaccettabile». Sono state le parole di Maurizio Mangialardi, coordinatore delle Anci Terremotate Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. «Tale decisione mortifica la sofferenza dei cittadini di oltre 130 comuni di 4 regioni e deve essere rivista – ha aggiunto Mangialardi -. Diversamente sappiamo di poter contare sull’appoggio di 8.000 sindaci italiani già pronti ad essere mobilitati dal nostro Presidente Decaro perché come Anci riteniamo la tale bocciatura non trova alcun tipo di giustificazione».

«Proprio perché è già trascorso molto tempo non ci interessano i motivi alla base della bocciatura ma, come coordinamento delle Anci terremotate alla luce del proficuo lavoro portato avanti con il Commissario Legnini ribadiamo la tassativa e improrogabile urgenza che le istanze dell’Anci vengano accolte. Ci appelliamo al presidente Conte perché vengano inserite nel prossimo decreto» ha concluso il coordinatore Anci.

Il deputato di Fratelli d’Italia Francesco Acquaroli

Anche il deputato di Fratelli d’Italia Francesco Acquaroli ha commentato la decisione della Camera. «La maggioranza PD-M5S boccia il pacchetto di proposte per il sisma. L’ennesima opportunità sprecata e l’ennesima beffa per le popolazioni terremotate che dopo quattro anni ancora aspettano la rimozione delle macerie, la stabilizzazione del personale negli Usr, lo snellimento delle procedure – ha detto Acquaroli -. Tutte le proposte presentate dal centrodestra ma anche dai parlamentari della maggioranza sono state stoppate in commissione, le stesse priorità che sono state evidenziate anche dal commissario Legnini».

«È grave dover prendere atto che anche il decreto rilancio non è stato considerato il provvedimento giusto per dare le risposte definitive alle popolazioni e ai territori colpiti dal sisma del 2016 – ha aggiunto candidato governatore del centrodestra -. Dispiace anche dover prendere atto dell’ennesimo fallimento; a pagare però sono solo famiglie e imprese, che non hanno alcuna responsabilità se non quella di vivere in uno Stato che mette la burocrazia sempre al primo posto, anche davanti alle catastrofi. Non si riesce a comprendere il motivo per cui tutti ci troviamo d’accordo rispetto alla necessità di provvedimenti indispensabili ma poi non si riesce mai ad arrivare al dunque».

«I governi regionale e nazionale hanno sempre e solo fornito alibi e discriminato questo territorio rispetto ad altre emergenze come se le Marche e il centro italiano fossero un territorio di serie B. Oltre ad essere un atteggiamento inaccettabile è la prova più profonda della strumentalizzazione che è stata fatta del sisma e dell’inadeguatezza dei rispettivi governi. Rammarico per l’inerzia e l’indifferenza delle istituzioni davanti a drammi come lo spopolamento, la disoccupazione, il drammatico aumento dei suicidi e la crisi di tutto il tessuto».

Riccardo Augusto Marchetti, coordinatore regionale Lega

La Lega, con i suoi parlamentari delle Marche Riccardo Augusto Marchetti (commissario Lega Marche), Giorgia Latini, Luca Paolini, Tullio Patassini e Giuliano Pazzaglini ha parlato di un Governo che ha «vergognosamente abbandonato al loro destino i territori colpiti dal sisma nel 2016. I sindaci sono indignati e hanno ragione da vendere. Grave il mancato inserimento nel decreto Rilancio del pacchetto di misure per le zone terremotate. Altrettanto grave la bocciatura dei nostri emendamenti presentati proprio per correggere la preoccupante amnesia di un esecutivo sempre più allo sbando. Tra le misure proposte anche quella per riconoscere alle regioni Marche, Umbria e Lazio il credito d’imposta per il sisma 2016, ma l’esecutivo ha avuto il coraggio di dire ‘No’ sostenendo che mancavano le coperture. Menzogna certificata nero su bianco. Governo e maggioranza abbiano ora il coraggio di assumersene la responsabilità e provvedano ad inserire una buona volta il pacchetto nel provvedimento».

Il vice presidente del Consiglio Regionale delle Marche Piero Celani

«Quanto accaduto alla Commissione bilancio della Camera dei deputati in merito alla bocciatura di alcuni provvedimenti che avrebbero accelerato il processo di ricostruzione dei territori distrutti dal terremoto dell’agosto 2016, negando anche alcune ulteriori provvidenze alle popolazione di quei borghi, ha dell’incredibile, o peggio del vergognoso – la reazione del vice presidente del Consiglio Regionale delle Marche Piero Celani -. È l’ennesima dimostrazione che a questo Governo delle sofferenze dei nostri territori non importa nulla, e peggio ancora, al Pd regionale, Mangialardi compreso. Interessa di più occuparsi delle future alleanze elettorali in vista delle prossime elezioni, terrorizzati da una più che probabile sconfitta, invece che lavorare per risolvere i problemi delle aree terremotate, ancor più allo stremo anche per gli effetti della crisi da Covid 19.

Non è bastata al Pd regionale e al governo la spietata, e se volete, drammatica analisi fatta al suo insediamento dal commissario per la ricostruzione Legnini circa i ritardi accumulati ad oggi dal processo di ricostruzione e tutti compresi in questi numeri: pratiche attese 80629, progetti depositati 12814 pari al 15,8%; i provvedimenti di concessione dei contributi sono solo il 5,7%, e i cantieri aperti, al 28 febbraio, solo 2890 – ha evidenziato il rappresentante di Forza Italia -. L’importo dei contributi erogati alla fine di febbraio era solo di 355 milioni di euro circa, a fronte di un plafond di 6,1 miliardi di euro. Per non parlare poi dei tempi biblici per l’istruttoria di una pratica! E il governo che fa? Boccia tutti i provvedimenti per riparare a questi disastri! E la regione? Silenzio assordante, perché la priorità è la rincorsa a cercare alleanze per le prossime elezioni, per scongiurare una sconfitta, che ormai appare certa. Spero che i marchigiani, e soprattutto il Piceno, prendano nota di tutto questo».