ASCOLI – Alcune novità previste nel Decreto Semplificazioni, ora in fase di definizione da parte del Governo, preoccupano e non poco categorie produttive e sindacati. Non piacciono soprattutto due norme che in tema di appalti rappresenterebbero, secondo loro un passo indietro rispetto alla legislazione attuale. Parliamo della possibilità della reintroduzione del «Massimo ribasso» e della liberalizzazione dei subappalti. Misure che riguardano in prevalenza il comparto edilizio, ora in fermento in special modo nelle zone del cratere sismico, ma che impattano anche su altri settori, a cominciare dai servizi. Nell’Ascolano, a criticare decisamente queste scelte, sono le associazioni artigiane e i sindacati dei lavoratori.
Decreto Semplificazioni: le critiche
«Quello del massimo ribasso in una gara d’appalto – sostiene Francesco Balloni, direttore della Cna picena – è un meccanismo pericoloso per le imprese, prima di tutto dal punto di vista qualitativo. Poi crea ulteriore precarietà ed instabilità nell’economia, perchè le aziende minori non conoscono i prezzi e quindi le marginalità che possono ottenere operando in questo quadro normativo. L’effetto sarebbe negativo non solo per le costruzioni – aggiunge Balloni – ma anche per tutta la filiera collegata, a cominciare da quella impiantistica. E poi c’è una questione più locale: molti artigiani e pmi del nostro territorio non possono partecipare a certi appalti, per via dei costi troppo ridotti: e di questo occorre tener conto se non vogliamo fermare di nuovo la fase espansiva avviata nell’edilizia negli ultimi mesi».
Se è chiara e dettagliata, dal punto di vista economico e produttivo la posizione delle piccole imprese artigiane- che sono la grande maggioranza nel comprensorio ascolano, sulle norme del Decreto semplificazioni non meno allarmante è la valutazione da parte dei sindacati. In particolare della Cgil, che a livello nazionale ha già annunciato l’ipotesi di uno sciopero generale nel prossimo futuro, per contestare i contenuti del testo di legge (nel caso venisse approvata).
«È necessario far rispettare le regole e i contratti nazionali che già esistono – attacca Paola Senesi, responsabile della Fillea Cgil di Ascoli e Fermo – e non tornare a meccanismi come il massimo ribasso che possono penalizzare le imprese ma anche e soprattutto i lavoratori, che potrebbero subire ulteriori riduzioni del loro salario. Per non parlare della sicurezza sui luoghi di lavoro, le cui condizioni potrebbero peggiorare. L’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) – ricorda Senesi – ha già detto poi che in questo modo, e liberalizzando i subappalti in maniera indiscriminata si rischia di fare un favore alla criminalità organizzata è inutile sottolineare quanto sia alto il rischio per l’area del cratere sismico, dove si riverseranno per la Ricostruzione ingenti risorse pubbliche».
Che fare dunque per snellire la burocrazia asfissiante sugli appalti e le procedure che ne rallentano l’avvio, in specie nelle aree terremotate?. «Occorre potenziare la Pubblica amministrazione – risponde la responsabile Fillea – e assumere in fretta il personale necessario a sbrigare le pratiche,sia nelle costruzioni che in altri settori. La via di ridurre le regole ed abbassare i controlli non è certo quella giusta».
Da Confindustria non è arrivato alcun commento sui contenuti del Decreto semplificazioni.