ASCOLI PICENO – «Stiamo sentendo diverse decine di persone» che quella mattina erano sulla pista ciclo pedonale «per accertare se possano aver visto o sentito qualcosa». Così il comandante provinciale dei Carabinieri di Ascoli Piceno, Ciro Niglio, sulle indagini per la morte di Antonio Cianfrone, l’ex carabiniere 51enne di Monsampolo, freddato con 3 colpi di pistola la mattina del 3 giugno intorno alle 8.30-9 mentre faceva jogging lungo la pista ciclabile di Pagliare del Tronto.
A tendergli un agguato, secondo quanto ricostruito da alcune testimonianze, sarebbe stato un centauro con il volto coperto dal casco, scappato poi in sella ad una moto scura, in compagnia di un complice. Dopo che i tabulati telefonici hanno fornito ai Carabinieri un quadro chiaro di chi quella mattina era sul luogo del delitto, ora i militari dell’Arma stanno sentendo le persone nelle loro abitazioni. Il timore di esporsi a rischi, potrebbe infatti trattenere qualcuno dal fornire elementi che invece potrebbero essere preziosi per le indagini.
I Carabinieri hanno anche provveduto a fotografare alcune moto circolanti nella zona di Spinetoli (in un quartiere, San Pio, molto vicino al luogo del delitto) per eseguire i riscontri con quanto dichiarato dai testimoni e nel corso di questi riscontri hanno sequestrato una moto risultata priva di copertura assicurativa e a quanto risulta ne è stata posta sotto sequestro anche un’altra.
«Invitiamo i cittadini che possono aver visto qualcosa a farsi avanti, ad avere fiducia» ribadisce il comandante Ciro Niglio, che non tralascia alcuna pista per svelare i contorni di un delitto che sembra una vera e propria esecuzione della criminalità organizzata. Intanto è slittata alla prossima settimana l’autopsia sul cadavere di Cianfrone; l’accertamento post mortem verrà eseguito all’ospedale di Ascoli Piceno già lunedì.
Nella giornata di ieri i militari dell’Arma avevano esteso le indagini lungo la A14 per acquisire immagini e filmati delle web cam poste lungo il tratto che da San Benedetto del Tronto arriva fino a Taranto, incluse quelle degli Autogrill. I killer avrebbero potuto infatti darsi alla fuga proprio attraverso l’autostrada.
Cianfrone, originario di Mozzagrogna in provincia di Chieti e residente a Monsampolo, la cittadina in cui prestava servizio come carabiniere nella locale Stazione, era stato allontanato dall’Arma 5 anni fa dopo essere rimasto coinvolto in una inchiesta per concussione e truffa ai danni di una compagnia di assicurazione. L’ipotesi su cui stanno lavorando gli inquirenti è quella di omicidio premeditato. A coordinare le indagini la Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, con il procuratore capo Umberto Monti che la mattina del delitto si era recato insieme al comandante provinciale dei carabinieri Ciro Niglio sul luogo dell’omicidio.