RIPABERARDA – Nella mattinata di oggi il 48enne Massimo Malavolta è stato arrestato in flagranza dai Carabinieri per l’omicidio della moglie, Emanuela Massicci, avvenuto all’interno della loro abitazione durante la notte o nelle prime ore del mattino.
Nella mattinata odierna l’uomo aveva chiamato il proprio padre dicendo che la moglie non stava bene e non respirava; il padre allarmato ha avvertivato il numero di emergenza e si erano attivati i soccorsi; ad aprire la porta di casa al personale sanitario del 118 che arrivava per primo sono stati i due figli minori della coppia; il personale sanitario -unitamente ai Vigili del Fuoco che erano arrivarti – dopo aver trattenuto i minori nella loro stanza- ha forzato la porta della camera da letto che era chiusa dall’interno e trovato l’uomo seduto a letto, insanguinato e con un coltello in pugno, e la moglie stesa a fianco immobile; subito dopo sono intervenuti i Carabinieri che hanno disarmato l’uomo, che nel frattempo si era accasciato quasi privo di sensi ed è stato soccorso dal personale sanitario per le lesioni ai polsi e la importante conseguente perdita di sangue e trasportato in ospedale, mentre si accertava che la donna era già morta.
Dagli elementi emersi anche nel corso del più accurato sopralluogo effettuato immediatamente dopo con rilievi tecnici da parte dei Carabinieri e la partecipazione di due medici della UOC di Medicina legale incaricati dalla Procura, è risultato che l’uomo si era autolesionato con un coltello ai polsi perdendo molto sangue; la donna presentava numerose tumefazioni al volto e in varie parti del colpo; non presentava – salvi i più accurati successivi approfondimenti- lesioni vitali da colpi di coltello. Le cause della morte e la accurata descrizione e origine delle lesioni saranno accertate attraverso ispezione esterna e rilievi autoptici che verranno a breve eseguiti.
L’uomo arrestato in flagranza per omicidio volontario si trova piantonato presso l’ospedale di Ascoli Piceno ed attualmente e ricoverato presso la UOC di rianimazione. I due figli minori -ora affidati ai nonni materni- non hanno assistito alla aggressione che ha determinato la morte della mamma né al tentativo di suicidio del padre, risultando questi fatti essersi verificati nella stanza da letto dei genitori chiusa a chiave dall’interno.
Non vi era mai stata nessuna denuncia da parte della donna uccisa nei confronti del marito; né alcuna segnalazione o intervento da parte delle Forze di Polizia per liti in famiglia, percosse, minacce o altro; né alcuna segnalazione di questo tipo era comunque giunta a questo Ufficio. La persona arrestata era stata sottoposta nel giugno 2015 alla misura cautelare degli arresti domiciliarI per lesioni aggravate e atti persecutori in danno di altra donna, peraltro con disabilità; nel gennaio 2016 -mentre si trovava ancora agli arresti domiciliari- era stato condannato dal Tribunale di Ascoli Piceno alla pena di anni due di reclusione (applicata la diminuzione di 1/3 per il rito abbreviato) – senza pena sospesa. La sentenza era stata poi riformata dalla Corte di Appello di Ancona che riqualificava il reato di atti persecutori nella contravvenzione di molestia, con condanna alla pena di mesi 6 e giorni 20 di reclusione con pena sospesa, condanna che diventava definitiva nel giugno 2018.
La Procura nelle prossime ore chiederà al Giudice per le Indagini Preliminari la convalida dell’arresto