FERMO – È stato presentato nei giorni scorsi, a Milo, nel catanese, il formaggio dal cuore ucraino, in occasione della rassegna Vinimilo. Direte voi: Catania? E cosa c’entra la Sicilia con le Marche? C’entra eccome, perché il produttore di questo delizioso formaggio caprino è l’allevatore fermano Eros Scarafoni. Nella sua azienda agricola, Fontegranne, che si trova a Belmonte Piceno, lavora da circa un anno l’ucraina Kateryna Prikhodko, arrivata in Italia nel 2022.
Kateryna era in fuga dalla guerra con i suoi tre figli e l’anziana madre: ha chiesto semplicemente asilo in cambio di lavoro come casara. E l’ha trovato grazie a Slow food e ai social network. È proprio su Facebook che Eros vede il post frutto di un tam tam lo scorso anno.
Kateryna, che faceva formaggi in Ucraina, non può più lavorare. Vuole mettere al sicuro la nonna dei suoi figli e le sue tre creature. Così, chiede aiuto a Slow food: le rispondono dalla Germania e dall’Italia. Lei sceglie il Bel Paese, dove arriva dopo aver lasciato il marito.
L’uomo attualmente è in forze a un corpo di polizia dell’est Europa: gli piovono bombe sopra la testa ogni giorno. E forse questo formaggio è dedicato anche a lui: «Ho dato la disponibilità ad accogliere questa donna, ma non avevo un’abitazione. Così, alla casa ci ha pensato il Comune. Io però l’ho aiutata ad inserirsi in un contesto lavorativo, altrimenti, senza lavoro, si diventa matti», racconta Eros.
Lui, una vita in agricoltura e oltre 20 anni di esperienza coi formaggi, ha così preso sotto la sua ala protettiva – per così dire – la 45enne: «Lei aveva gli animali, faceva formaggi, se ne intendeva. E quindi poteva tranquillamente aiutarmi nella mia attività».
«Così, è nata l’idea di un formaggio dedicato alla guerra. Un formaggio a forma di cuore, un caprino a coagulazione lattica – spiega il produttore – con delle spezie come decorazione. C’è il giallo della curcuma che simboleggia una parte della bandiera ucraina e il blu per completarla. Un blu – prosegue – ottenuto in modo naturale dal fiore di pisello giapponese».
Anche tutta la parte esterna ha un senso: «C’è la paprika rossa che è il sangue della guerra e il pepe nero che rappresenta le macerie». Ma non è finita qui. Già, perché quando si apre il formaggio, ecco che dentro c’è una sfera rossa, ottenuta mischiando pasta di capra e paprika. Cosa significa? Beh, è il cuore della speranza per gli ucraini».
Al momento, i formaggi prodotti sono stati realizzati per l’evento Cheese, iniziativa di Slow food che si terrà a Bra, in Piemonte, e dove verranno premiate cinque aziende, tra cui Fontegranne: «Io e Kate, insieme, abbiamo fatto altri cinque formaggi. Lei è ormai l’affinatrice, affina le forme e le cura. È bravissima».