Ascoli.- Seconda Festa della Liberazione nell’era covid, anche se quest’anno si intravede una luce in fondo al tunnel. Ad Ascoli, che è citta «Medaglia d’oro al valor militare per attività partigiana» – grazie al Presidente Ciampi, negli anni 90 – l’Anpi organizza due iniziative, anche se da tenere ancora via web a causa delle restrizioni previste in «fascia arancione».
La prima nel pomeriggio di oggi, avrà per titolo «Ricordare la Liberazione attraverso la storia del nostro territorio». Alle 17,30 verrà presentato il libro di Marco Severini (Università di Macerata) «Fuga verso la libertà», edizioni Aras 2021. Il programma prevede i saluti di Lucio Billwiller, dell’Anpi provinciale e di Angelo Procaccini, consigliere comunale del Pd.
Poi gli interventi di Rita Forlini sul tema «Primi casi di Resistenza armata. L’azione del comandante Giuseppe Mari ad Orbetello e la rivolta degli avieri di Ascoli», e a seguire quello di Marco Severini sulle «Nuove prospettive di ricerca sui fatti di Villarey in Ancona 13 settembre 1943». Al termine delle relazioni un dibattito aperto al pubblico che si vorrà collegare sulla piattaforma global.gotomeeting.com.
La seconda iniziativa è in calendario domani domenica 25 aprile, sempre alle 17,30 con al centro la storia della canzone più nota della Resistenza italiana : Bella ciao. Ne parlerà Ruggero Giacomini, che precederà i saluti di Lucio Billwiller e di Lorenzo Marconi, della Anpi Marche e subito dopo gli interventi di Lidia Pupilli, Barbara Nicolai e Ilaria Chiovini. Nel pomeriggio di domenica è prevista anche la deposizione simbolica di un fiore presso Largo delle Partigiane Picene, nel centro storico di Ascoli.
Naturalmente nella mattinata del 25 aprile, come da tradizione, una corona di fiori verrà deposta anche al Sacrario Partigiano di Colle San Marco. La cerimonia di commemorazione però, con le organizzazioni combattentistiche e le Autorità civili e militari sarà limitata al saluto. Non sono previsti interventi. Un peccato, perchè per onorare la memoria dei giovani partigiani morti sul Colle e sulla Montagna dei Fiori nello scontro campale con le truppe tedesche del 3 ottobre 1943, si poteva e doveva fare molto di più.