ASCOLI – Un piccolo chiostro medievale, per ospitare però un evento di grande spessore artistico, culturale e sociale. Stiamo parlando del primo Festival del Reportage organizzato ad Ascoli presso il Museo della Ceramica. Ieri la prima serata della rassegna, che ha riservato al pubblico presente una serie di suggestioni e soprattutto di emozioni, che raramente si vivono in una città di provincia.
Merito dei promotori della manifestazione che hanno saputo ben scegliere ed amalgamare nel programma gli autori da invitare all’edizione inaugurale dell’iniziativa, sostenuta da Comune di Ascoli, Fondazione Carisap e Regione Marche.
Emozionante la Napoli profonda di Mario Spada
Partiamo dall’ultimo ospite di ieri sera, il fotografo napoletano Maria Spada. La proiezione di un video con una selezione dei suoi scatti in bianco e nero sulla Napoli «profonda» e verace, che spaziano dalle vicissitudini e tragedie popolari fino ai balli delle classi più agiate, ha impressionato gli spettatori al chiostro, tanto da ottenere alla fine un lungo e convinto applauso. La qualità artistica e la “verità” sociale e umana ritratta nelle foto, non potevano non meritare un apprezzamento sincero che solo i migliori nel loro campo sanno suscitare, anche se sconosciuti al pubblico dei non aficionados. Poi Mario Spada ha conversato con il direttore del Festival, Ignacio Coccia spiegando i segreti del suo mestiere e il lungo lavoro che c’è dietro.
Le lacerazioni della Yugosfera
Prima del fotografo napoletano, alla rassegna era andato in scena il radio-documentario «Partire. Restare. Tornare» della giornalista serba Marina Lalovic, che da 20 anni vive in Italia e lavora presso i canali radio della Rai. Un po’ viaggio personale a ritroso nel tempo, un po’ racconto degli effetti tragici e di lungo periodo sulle persone, della guerra in ex Jugoslavia, la Lalovic conversando con Matteo Tacconi ha offerto uno spaccato molto interessante e chiaro della realtà attuale di quella che è stata definita la «Yugosfera». Una realtà che comprende Bosnia, Serbia e gli altri paesi sorti alla fine del conflitto degli anni 90, e che a livello profondo vive ancora forti lacerazioni per quanto accaduto oltre 20 anni fa, con i giovani che preferiscono andarsene piuttosto che aspettare un futuro migliore che non arriva.
Le montagne magiche della Sicilia
All’inizio del Festival del Reportage, era stata poi la fotografa siciliana Roselena Ramistella a presentare parte del suo reportage sulla Sicilia interna, montuosa e sconosciuta, realizzato viaggiando su vecchie mulattiere a dorso di un mulo. Un’operazione originale e riuscita dal punto di vista professionale, con alcune opere paesaggistiche e ritratti di personaggi che vivono sperduti in quella terra – tra i quali anche una giovane inglese che ha cambiato vita e gestisce un maneggio – molto convincenti, seppur non entusiasmanti.
Oggi alle 21 seconda serata della rassegna di fotogiornalismo, sempre al chiostro del Museo della Ceramica, con in programma «The Transumance» di Massimo Di Nonno, «Palmira. La battaglia per salvare i tesori della Siria» di Giorgio Bianchi e «The Red Road Project» di Carlotta Cardana.