La filiera del wedding è in caduta libera e a dirlo sono i dati ma soprattutto le associazioni di categoria che denunciano una situazione allarmante. Dalle ultime rilevazioni della Confartigianato Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, oltre il 90% dei matrimoni fissati per il 2020 sono stati rimandati all’anno prossimo, auspicando tempi migliori per festeggiare secondo la tradizione con familiari, parenti e amici.
«Organizzatori di eventi, staff delle location scelte per i ricevimenti, cuochi, camerieri, fotografi, parrucchieri, estetisti, fioristi, musicisti: un mondo di professionalità che lavorano sempre in tandem e spesso in sinergia per rendere unico il giorno delle nozze. Si tratta di uno dei settori più penalizzati – dice la presidente del comparto sartoria dell’associazione Francesca Bracalenti -; il Covid-19 ha cancellato i progetti di vita pensati per questo anno, determinando un calo vertiginoso del fatturato di tutta la filiera».
In questo si inseriscono poi le prospettive per il futuro che non sono certo delle migliori per wedding planner, fioristi, service, allestimenti, agenzie eventi, catering, noleggi, agenzie di viaggi, abiti sposa e cerimonia, dimore, sale ricevimenti, pub, discoteche, agenzie di spettacoli e musicisti di ogni genere.
«Il governo regionale e gli altri Enti preposti prendano atto della grave crisi del settore e adottino con urgenza provvedimenti immediati ed efficaci che prevedano aiuti concreti alla stregua di quanto fatto dalla Germania in cui le imprese hanno ricevuto con celerità provvidenze pari al 75% del valore del fatturato dell’anno precedente di riferimento» ha concluso Bracalenti.
La ricetta per una ripresa, secondo Paolo Capponi, responsabile dell’ufficio Moda di Confartigianato, sta nell’incentivare il wedding tourism con interventi mirati di promozione dei territori e delle loro bellezze, al fine di migliorare ancora le performance delle cerimonie realizzate nei nostri territori da parte di cittadini appartenenti ad altre e importanti nazioni europee ed extra Ue; promuovere le imprese del settore nei mercati esteri con manifestazioni specifiche all’interno di contesti fieristici, organizzando incontri con operatori commerciali e opinion leader di agenzie specializzate.
«Nel 2018 nelle Marche – prosegue Capponi – le nozze sono state 4.293. Quelle con rito civile sono state il 50,3% del totale con un fatturato totale stimato di circa 11,5 milioni di euro. L’età media di chi arriva al matrimonio è di 34,3 anni per gli uomini e 32,8 per le donne e il 20,1% dei matrimoni è stato celebrato con uno straniero. Andando nei dettagli territoriali Macerata registra 962 matrimoni di cui 515 in rito religioso e 447 nel rito civile; ad Ascoli Piceno 669 matrimoni di cui 382 in rito religioso e 287 nel rito civile; mentre a Fermo 477 matrimoni di cui 263 in rito religioso e 214 nel rito civile. I matrimoni celebrati nella nostra regione da cittadini esteri (wedding tourism) rappresentano circa il 7% del totale e questo contribuisce a dare un importante impulso anche al nostro settore turistico».
Lo stesso allarme è stato lanciato anche dalla CNA di Fermo con il direttore Alessandro Migliore. «Una filiera, quella delle cerimonie e dei matrimoni, in ginocchio e con nessun aiuto: così non si può resistere. Molti chiuderanno i battenti – ha detto -. Se rimaniamo ai dati ufficiali ci fermiamo a quelli ISTAT 2018, riferiti all’anno precedente. Nelle province di Macerata e Fermo si sono celebrati 1.439 matrimoni di cui 778 con rito religioso e 661 con rito civile, il 33,51% dei 4.293 matrimoni totali celebrati nella regione Marche. Con una nota all’indirizzo del Presidente Francesco Acquaroli e dell’intera Giunta la CNA chiederà alla Regione Marche di intervenire per sostenere un segmento che fornisce occupazione a migliaia di addetti del settore».
«Presentiamo le preoccupazioni anche di queste imprese che dovranno affrontare un nuovo periodo di chiusure temporanee, incertezza e un generale calo del giro d’affari. Si tratta, per le Marche, di una realtà di 2.390 imprese con 9.034 addetti registrati in Camera di Commercio – ha concluso Migliore -. La filiera “potenziale” del wedding (dai fiori alla sartoria, dalle riprese fotografiche al noleggio auto, dall’organizzazione di feste e cerimonie alle attrezzature per gli eventi) rappresenta l’1,6% (con la ristorazione si arriva al 3,9%) del complessivo di oltre 146.000 imprese attive ad oggi nelle Marche occupando l’1,9% (il 5,8% ristorazione compresa) del totale degli addetti nelle imprese regionali».
La voce che si leva dal settore è ben interpretata da Emiliano Bengasi, noto stilista fermano della ditta Emiliano for Dina Bengasi, che ha scritto personalmente al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. «Gli ho segnalato l’importanza strategica di un segmento dell’economia che faceva girare 10 miliardi di euro l’anno dando lavoro ed occupazione a migliaia di addetti – ha sottolineato -. L’emergenza sanitaria legata al Coronavirus ha portato all’annullamento di quasi tutte le date programmate nell’anno in corso dai futuri sposi. Nel 2020 abbiamo lavorato soltanto un mese e mezzo e neanche a pieno regime. Come può un’azienda sopravvivere con 11 mesi di lavoro persi? Abbiamo incentivato i matrimoni invernali e speravamo nei matrimoni rimandati in questo secondo periodo dell’anno invece la nuova ondata ed i successivi decreti hanno impedito anche lo svolgimento di questi ultimi. Confidiamo che qualcuno ci ascolti».