ASCOLI – Sei persone finite in carcere, due agli arresti domiciliari e tre sottoposte agli obblighi di firma. Tra questi anche una nonnina di 70 anni che aiutava il nipote a confezionare le dosi di stupefacente. È il bilancio dell’operazione antidroga “Mirror Speaker” portata a termine questa mattina, 10 novembre, dagli agenti della Squadra Mobile di Ascoli e del Commissariato di San Benedetto del Tronto, con l’ausilio di altri reparti abruzzesi, marchigiani e laziali.
Nove albanesi nella rete degli investigatori
In tutto 70 uomini impegnati a stroncare un’organizzazione criminale che aveva base a San Benedetto e che gestiva un vasto traffico di cocaina, hashish e marijuana tra Marche, Abruzzo e Lazio. Piazzando a volte ingenti quantitativi di stupefacente, fino a 2 chili di cocaina per volta – come accaduto a Roma. Per questo il gruppo, formato in prevalenza da albanesi (nove), un marocchino e un italiano movimentava cospicue somme di denaro, che poi nel corso dell’ultimo anno la Polizia è riuscita in parte a sequestrare ( 290mila euro in due episodi, sull’A14 ad Ortona e sull’A24 a Basciano, sempre in Abruzzo).
Indagini partite da San Benedetto
L’indagine infatti era partita nel settembre scorso quando nella periferia di San Benedetto erano stati fermati tre albanesi che avevano subito destato sospetti per le loro attività. Ad ottobre del 2020 era scattato il primo arresto, a novembre il secondo e a dicembre il terzo, effettuato a Roma nei confronti di uno spacciatore fermato con 1,6 chili di cocaina. I controlli avevano portato gli investigatori ad indagare 23 persone, fino al blitz di oggi che ha portato a far scattare misure cautelari per undici malviventi, di età compresa tra i 23 e i 45 anni (oltre alla donna di 70 anni che aiutava il nipote poi arrestato).
Cinque degli arrestati sono stati trasferiti nel carcere di Ascoli ed in quello di Macerata. I risultati dell’operazione antidroga sono stati illustrati presso la Questura del capoluogo piceno dal dirigente della Squadra Mobile Vincenzo Alfano e dal Vice questore aggiunto Andrea Crucianelli. Non è chiaro da dove provenisse tutto lo stupefacente che gli albanesi e i loro sodali potevano gestire e vendere sul mercato locale, oltre ai rom della capitale e di altre città. In questa direzione le indagini proseguono.