ASCOLI – Il covid torna a spaventare l’ospedale Mazzoni. Nel nosocomio ascolano, infatti, nelle ultime ore sarebbero stati contagiati oltre 50 operatori sanitari, provocando ripercussioni anche sul servizio rivolto all’utenza. Alcuni turni, infatti, rischiano di restare scoperti e per gestire nel migliore dei modi i ricoveri in area medica è stato deciso di destinare una parte dei letti del pronto soccorso ai degenti covid da tenere in osservazione. Insomma, una situazione complicata che l’Asur cercherà di risolvere per non compromettere il normale funzionamento della macchina sanitaria picena.
L’opposizione
Ad alzare la voce è anche il consigliere comunale del Pd, Francesco Ameli. «Al pronto soccorso di Ascoli mancano addirittura gli infermieri, ma per Acquaroli e la Regione Marche è come se tutto ciò non accadesse – spiega Ameli -. Gli operatori sanitari dell’ospedale del capoluogo continuano ad essere sotto stress ed i pazienti non vengono gestiti come dovrebbero. Ma cosa accade nel dettaglio? Una volta riscontrata purtroppo la positività al Covid, i pazienti anziché essere trasferiti immediatamente nei reparti dedicati, nella gran parte dei casi stazionano in un reparto di emergenza, chiamato ‘Ot rosso’. Quest’ultimo, da soluzione di emergenza in attesa di collocazione, è però di fatto diventata soluzione di normalità ed i pazienti stazionano per molti giorni oltre il dovuto. E sapete perché i pazienti non vengono trasferiti nei reparti dedicati? Perché oltre la propaganda, ed oltre lo strano silenzio sul covid nel Piceno, i posti letto non sono stati attivati».
Pronto soccorso
Nelle ultime ore, fra l’altro, a proposito dell’ospedale Mazzoni, è stata chiusa anche una delle due sale del pronto soccorso a causa della mancanza di personale infermieristico. «La colpa è della grave carenza organizzativa perpetuata dalla Regione Marche sull’Area Vasta 5 – prosegue Ameli -. Vi pare normale essere costretti alla chiusura di una parte del pronto soccorso? Quando la giunta Acquaroli e gli assessori ascolani sceglieranno di provvedere immediatamente all’assunzione di altro personale infermieristico così da poter rispondere almeno alle emergenze? Quando sceglieranno di fare assunzioni adeguate così da poter iniziare a parlare di medicina del territorio?»
Le case di riposo
L’ondata di contagi che ha riguardato il Piceno negli ultimi giorni, fra l’altro, ha interessato anche le case di riposo e le strutture assistenziali. Fortunatamente, però, non ci sono situazioni complicate: la situazione è sotto controllo nonostante l’aumento considerevole dei contagi, a dimostrazione del fatto che l’emergenza coronavirus, purtroppo, non è ancora terminata.