Ascoli Piceno-Fermo

Gita in barca a vela per nove dipendenti, bufera sull’Ast di Ascoli

Il progetto rientrava nel cosiddetto 'team building', ma i sindacati chiedono alla direttrice Natalini di dimettersi

La direttrice Natalini con il suo staff dell'Ast picena

ASCOLI – Una gita in barca a vela per favorire il cosiddetto ‘team building’. E’ quanto ha visto protagonisti nove dipendenti dell’Ast, scatenando un autentico polverone attorno alla sanità del Piceno. L’attività, svolta in Toscana, era prevista nel piano della formazione obbligatoria fuori sede ed era contenuta nella determina dirigenziale pubblicata lo scorso 2 agosto. La spesa complessiva prevista stanziata dall’azienda è pari a circa 4.400 euro. L’escursione in barca è solamente una delle diverse voci presenti in elenco per un programma dal valore complessivo di quasi 44mila euro che prevede anche corsi e convegni su vari ambiti.

La polemica

Sulla questione intervengono i sindacati con una nota firmata da Nirsind Up e Usb che usano l’ironia per commentare il caso ma poi chiedono le dimissioni dei vertici Ast: «Benvenuti nella favolosa realtà dell’Ast di Ascoli, dove noi, gli instancabili lavoratori, siamo i moderni ‘schiavi’ ai remi, faticando giorno e notte per far avanzare una nave che sembra avere più buchi di un colino e fa acqua da tutte le parti. Intanto, i pochi eletti, non solo non remano, ma se ne vanno in barca a vela, ovviamente a spese nostre dato che è denaro pubblico. Ora mandateci tutti in barca a vela o dimettetevi tutti».

La replica

Pronta la replica della direttrice dell’Ast, Nicoletta Natalini. «Non condivido e non ho autorizzato la scelta esperienziale inserita nel corso di formazione – scrive quest’ultima -. Per questo motivo, l’Ast chiederà ai propri dirigenti e direttori scelte di maggiore sobrietà, mantenendo, però, sempre alta l’attenzione sugli aspetti della formazione e della competenza, imprescindibili per una sanità di qualità. L’Ast di Ascoli ha più volte sottolineato come il miglioramento della sanità picena passi anche attraverso un percorso di formazione, qualificazione e valorizzazione per il proprio personale che rappresenta il grande valore di un’azienda sanitaria, oltre alla tecnologia, alle strutture e a una buona organizzazione. Lo dimostrano i fatti, tra i quali vale la pena ricordare il pagamento delle premialità e delle indennità che da anni i dipendenti non percepivano, l’attribuzione degli incarichi di funzione e, appunto, la formazione. Quest’ultima, sempre utile per qualunque lavoratore ­– continua la Natalini -, rappresenta un valore aggiunto e necessario nella sanità, al fine di mantenere, o acquisire, competenze specifiche e specialistiche, oltre a quelle che vengono insegnate nei corsi di laurea e formazione professionale di base. Il Piano annuale della formazione è parte integrante del Piano integrato di attività e organizzazione, documento previsto per legge dal 2022, obbligatorio per le aziende pubbliche, che comprende, tra l’altro, performance, fabbisogni del personale, parità di genere, lavoro agile, anticorruzione».

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