Ascoli Piceno-Fermo

Un grande parco pubblico nell’area dell’ex Carbon: la proposta della minoranza per valorizzare la fabbrica ascolana dismessa

Due settimane fa la struttura venne ammirata da centinaia di curiosi durante le 'Giornate di Primavera' del Fai

L'ex Sgl Carbon di Ascoli

ASCOLI – A due settimane dal grande successo riscosso dalla visita guidata promossa in occasione delle ‘Giornate del Fai’, ad Ascoli resta sempre d’attualità il futuro della Sgl Carbon, la storica fabbrica che per decenni ha dato lavoro a migliaia di ascolani e che ormai da vent’anni è stata dismessa. Dopo l’annuncio del sindaco Marco Fioravanti di voler valorizzare quel luogo, trasformandolo in un luogo turistico, un’altra proposta arriva anche dalla minoranza.

La proposta

In particolare, è il consigliere Francesco Ameli del Partito Democratico a far sentire la propria voce, chiedendo che in quella zona venga creato un parco pubblico a disposizione di tutta la città. «Parliamo di 27 ettari al centro della città che devono essere subito bonificati e che devono vedere un progetto diverso rispetto a quello portato avanti sino ad ora dall’amministrazione comunale che voleva la realizzazione di centinaia e centinaia di appartamenti – spiega Ameli -. Io, al contrario, penso che subito dopo la bonifica sia necessario ridurre il più possibile la parte edificabile dell’ex area industriale per creare un grande parco pubblico attrezzato. La Carbon deve entrare a far parte a pieno titolo del progetto strategico di rilancio per la città e per il territorio. Il treno del Pnrr sta passando ed il rischio è quello di perdere un’occasione storica ma regione e comune sembra vogliano dimenticare volutamente quest’area della città: decine di milioni di euro per gli impianti di risalita nel maceratese ma non un euro per i 27 ettari da bonificare, centinaia di milioni dal Governo per la bonifica dei siti orfani ma zero euro dalle Marche alla Carbon, e non ultimo l’errore di non inserire la rigenerazione urbana della Carbon nel progetto di ‘Ascoli capitale della cultura’. Le risorse messe a disposizione dai governi a guida Pd – conclude Ameli – non possono non essere colte e gestite in maniera non adeguata».