ASCOLI- Anche un amministratore pubblico e sua moglie tra gli indagati per la vicenda dei Green Pass falsi che ha portato all’arresto del medico di base di Ascoli Giuseppe Rossi e di un intermediario tra dottore e pazienti, Maurizio Strappelli (ai domiciliari). La coppia, come altre 71 persone, avrebbe ottenuto il certificato verde dal professionista senza però mai aver ricevuto la somministrazione del vaccino.
Oggi – 7 gennaio – per il medico detenuto nel carcere di Montacuto, ad Ancona, è previsto l’interrogatorio di garanzia da parte del Gip del Tribunale Piceno. Il dottor Rossi, secondo la Procura di Ascoli, avrebbe acquisito dall’Asur almeno 150 dosi di siero che poi sono sparite: è accusato di falso ideologico, peculato e tentata truffa. Interrogatorio oggi – 7 gennaio – anche per Strappelli, 59enne di Ascoli agli arresti domiciliari.
Minoranze in consiglio chiedono chiarezza
Intanto alcuni partiti e gruppi di minoranza di Ascoli hanno chiesto al sindaco Marco Fioravanti che l’Amministrazione comunale si costituisca parte civile nel caso di un processo. Si tratta di Pd, Movimento Cinquestelle e Dipende da Noi.
«Apprendiamo dalla cronaca – scrivono i partiti – le notizie circa le accuse a carico del medico di base ascolano che sembra abbia procurato 73 green pass dichiarando vaccinazioni mai avvenute. Come cittadine e cittadini del territorio manifestiamo la nostra grande preoccupazione sia per il presunto comportamento del medico in totale contrasto con l’etica professionale sia per i suoi pazienti e gli effetti sulla comunità.
Apprendiamo poi – aggiungono Pd, Cinquestelle e Dipende Da Noi – che tra i 73 soggetti indagati che avrebbero ottenuto un green pass falso ci sarebbero persone che lavorano in ristoranti, bar, pizzerie ma anche un insegnante ed una persona impegnata in un ruolo primario nel soccorso pubblico. Chiediamo, pertanto, che venga fatta chiarezza e che l’Amministrazione Comunale, nel caso di un eventuale processo, si costituisca parte civile nell’interesse collettivo della cittadinanza».