ASCOLI – Un simbolo di resilienza e di speranza. Superando le sfide poste dal recente terremoto, non è solo un esempio di recupero architettonico, ma anche una vivida testimonianza di come la bellezza e la storia possano trionfare sulle avversità. Castel di Luco riapre le porte, a otto anni dalle scosse del 2016 che lo resero inagibile e, di fatto, ne causarono la chiusura ai visitatori per un lungo periodo. Sono terminati da poco, infatti, i lavori di ricostruzione post sisma che hanno riguardato proprio il castello che si trova nel comune piceno di Acquasanta. Interventi che verranno illustrati lunedì prossimo, alla stampa e alle autorità, direttamente dalla famiglia Amici, proprietaria dell’immobile.
Le novità
L’impegno incessante di Francesco e Laura, pazienti custodi di bellezza e tradizione, ha fatto sì che Castel di Luco potesse diventare un fulcro per la cultura picena. L’edificio potrà tornare a essere ammirato dai turisti, così come dalle scolaresche di ogni parte d’Italia, come avveniva in precedenza al terremoto. Allo stesso tempo, però, al suo interno sono state realizzate anche nove stanze, trattandosi di una dimora storica, nonché riqualificato il ristorante. «La rinascita di Castel di Luco è un viaggio affascinante di restauro – conferma Francesco Amici -. Ogni pietra, ogni arco, ogni affresco sono stati amorevolmente curati, unendo tecniche tradizionali con le moderne metodologie di conservazione. Questo restauro non è stato solo un atto di riparazione, ma anche di cura, rispetto e onore verso la sua storica eredità. Torneremo finalmente anche a ospitare eventi, mostre d’arte, concerti, divenendo un luogo dove la storia incontra il presente, dove i racconti antichi si fondono con nuove storie. Il castello, oggi più che mai, è un testimone del potere della comunità e della collaborazione. Gli abitanti locali, gli storici, gli artigiani e i volontari hanno tutti contribuito a questa rinascita, dimostrando un legame indissolubile con il loro patrimonio. Questo spirito di unità e dedizione è palpabile in ogni angolo del castello, rendendolo non solo un luogo da visitare, ma un’esperienza da vivere a pieno e custodire».
L’appello
Nei giorni scorsi, il castello ha ospitato una trentina di tour operator provenienti da tutta Europa, che sono rimasti letteralmente a bocca aperta. Da parte del proprietario, però, non manca un appello al Governo. «Le attività economiche svolte all’interno di luoghi di rilevanza culturale come Castel di Luco devono avere una tassazione agevolata, altrimenti fanno fatica a resistere – spiega Francesco Amici -. I costi di gestione, manutenzione e logistici sono elevati. Così si fa fatica ad andare avanti. Speriamo che ci possa essere data una mano importante, anche sotto questo punto di vista».