Il trend demografico delle imprese marchigiane – complici pandemia, guerra e conseguente caro prezzi – è tutt’altro che roseo. I dati, elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato, attestano un altro segno meno nel rapporto nati-mortalità nel primo trimestre dell’anno: numeri in miglioramento rispetto al 2021, ma che lasciano le Marche tra i fanalini di coda in Italia, con il terz’ultimo peggior tasso di crescita.
Scorrendo il panorama provinciale, in termini di tasso di crescita delle imprese artigiane, la dinamica più intensa è ad Ascoli Piceno (-0,81%, pari ad un saldo negativo di 44 imprese), segue Macerata (-0,73%, pari a 72 imprese in meno) e Fermo (-0,35%, pari a -21 imprese). Tutte le province marchigiane registrano un miglioramento del tasso di crescita rispetto a quello rilevato nel I trimestre 2021: Ascoli Piceno era al -1,22%, Macerata al -0,81% e Fermo al -1,15%. Migliora anche il saldo della bilancia rispetto al primo trimestre 2021, che vedeva Ascoli Piceno a -67, Fermo a -70 e Macerata a -83.
Rimanendo sulla bilancia nati-mortalità delle imprese artigiane al I trimestre 2022, ad Ascoli Piceno si sono avute 92 iscrizioni e 136 cessazioni non d’ufficio (5.372 le imprese registrate al 31 marzo), a Fermo 140 iscritte e 161 cessate (su 5.968) e Macerata 204 iscritte e 276 cessate (9.271).
Andando nel dettaglio provinciale dei principali marco-settori, Ascoli Piceno: manifatturiero (-11); costruzioni (-16); servizi alle imprese (-15); servizi alle persone (-3). Fermo: manifatturiero (-24); costruzioni (+14); servizi alle imprese (-6); servizi alle persone (-5). Macerata: manifatturiero (-22); costruzioni (-13); servizi alle imprese (-11); servizi alle persone (-18).
«Dall’analisi dei dati – il commento di Enzo Mengoni, Presidente Confartigianato Imprese Mc, Ap, Fm – vediamo un parziale assestamento della bilancia, ma siamo lontani dai livelli pre-covid e sicuramente ci sono troppe voci con il segno negativo. Sono tanti i fattori congiunturali che stanno martellando le imprese. Le quali, allentata la morsa di una pandemia, si vedono stoppare un’iniziale ripresa dal caro materie prime e dall’impennata dei prezzi energetici, con la crisi russo-ucraina che ha peggiorato il quadro internazionale. Nel Fermano, registriamo un timidissimo segnale positivo per le imprese delle costruzioni, sicuramente incentivate a credere nelle potenzialità di Superbonus e Ricostruzione Sisma. Speriamo che questa iniezione di fiducia trascini l’economia locale».
Nei giorni scorsi Confartigianato Mc-Ap-Fm ha organizzato un interessante convengo sulle previsioni economiche per il 2022, che ha visto gli imprenditori a colloquio con il presidente Istao Mario Baldassarri. «In quell’occasione – ha continuato Mengoni – è stata ribadita da tutte le parti la necessità di politiche di sostegno all’intero sistema produttivo. Quindi, riduzione della pressione fiscale, semplificazione della burocrazia, accesso ad una forte finanza d’impresa e al credito agevolato. Azioni che da tempo portiamo all’attenzione e che mai come adesso sono indispensabili per la sopravvivenza delle imprese». Imprese che altrimenti non sono spronate a fare investimenti.
Infatti, in un recente sondaggio anonimo aperto da Confartigianato alle imprese associate del Maceratese, Ascolano e Fermano, il 66,7% degli intervistati ha dichiarato che rinuncerà a qualche investimento programmato nella sua azienda per gli effetti della guerra in Ucraina.
«Infine – ha concluso Mengoni – mi sento di fare un plauso alla Regione Marche per i fondi introdotti a sostegno dell’imprenditoria. Speriamo che questi bandi vengano presto rifinanziati e magari ampliati nella loro dotazione economica. Abbiamo bisogno di una forte spinta per mantenere intatti tessuto produttivo ed occupazione».