ASCOLI – I Cinquestelle di San Benedetto hanno parlato di disastro ambientale. Anche se non sarà questo, l’incendio nella notte tra il 4 e il 5 gennaio scorsi alla Italservizi di Porto d’Ascoli, effetti pesanti sull’aria circostante l’ha avuti, nelle tante ore che le fiamme hanno continuato ad ardere, pur circoscritte dai vigili del fuoco e in quelle successive. Con conseguenze che forse solo adesso cominciano ad essere chiarite. E infatti i primi risultati dei campionamenti svolti dall’Arpam (Agenzia per l’ambiente) non evidenziano nulla di buono.
Nel sito dell’azienda che operava nel trattamento dei rifiuti, situata in via Valtiberina al confine tra i comuni di San Benedetto e di Monteprandone (zona di Centobuchi), l’agenzia ha rilevato «un innalzamento dei valori di concentrazione degli inquinanti benzene, monossido di carbonio e polveri PM10», rispetto ai valori registrati dalla stazione di San Benedetto, in via Asiago, non coinvolta dall’evento in questione.
Dopo aver segnalato questo picco, l’Arpam minimizza la portata dell’impatto del rogo nelle ore successive all’incendio. «Alla fase più intensa del fenomeno è seguita, in coerenza con il progressivo estinguersi delle fiamme la costante diminuzione della concentrazione degli inquinanti, fino al loro ricondursi a valori confrontabili con quanto rilevato dalla centralina cittadina e inferiori alle soglie previste dalla normativa sulla qualità dell’aria”, spiega l’agenzia.
Quali conseguenze per i cittadini della zona ?
Tutto a posto dunque, per i residenti vicini alla zona interessata dal rogo, e per i tanti lavoratori delle aziende dell’area di Porto d’Ascoli investita da nubi e fumi acri per una notte ed un giorno intero? Il sindaco di San Benedetto Antonio Spazzafumo, nella giornata del 5 gennaio vietò il consumo di frutta e verdura nel quartiere dove è situata l’Italservizi. Poi non risulta che abbia adottato altri provvedimenti.
I Cinquestelle di San Benedetto hanno chiesto una riqualificazione totale dell’area in questione, dove sono molti i capannoni e le strutture dismesse e in degrado. Chissà se questa volta si procederà almeno con un’analisi della situazione sul posto e con la programmazione di un intervento di risanamento. Nel frattempo del caso, dovrà occuparsi anche l’amministrazione provinciale di Ascoli.