ASCOLI – L’incidente mortale avvenuto ieri (giovedì 4 aprile) nel tratto Piceno di A14, nella galleria Vinci di Cupra Marittima, ha riportato d’attualità lo stato di pericolosità che caratterizza l’autostrada. L’autista macedone, che stava guidando un pullmino con a bordo altre otto persone (nello schianto sono stati coinvolti anche due camion e un’auto), è addirittura l’undicesima vittima in meno di tre anni. Numeri assolutamente preoccupanti, che hanno anche suscitato tante reazioni: sia sui social, con i cittadini che chiedono di rimuovere tutti i cantieri che rappresentano uno dei motivi per i quali si verificano gli incidenti, sia a livello istituzionale.
Il mondo politico
«Il 16 maggio c’è un sopralluogo con la commissione che cercheremo a questo punto di anticipare, vista l’ultima tragedia – commenta Augusto Curti, parlamentare piceno del Pd -. È arrivato il momento di porre fine a una situazione ingestibile, ma per passare dalle parole ai fatti mancano i fondi, che non sono stati stanziati. Ma questo intervento non è più rinviabile». Giorgio Fede, componente della commissione Infrastrutture alla Camera, se la prende invece con il ministro Matteo Salvini. «Indigna, di fronte all’ennesimo tragico incidente mortale in A14, vedere il ministro pensare al suo giocattolo nuovo, ovvero il ponte sullo stretto – spiega Fede, parlamentare del Movimento Cinque Stelle – e non ai tanti punti critici della viabilità italiana, tra cui il tratto Adriatico». «Poco più di un anno fa chiamavamo a raccolta i sindaci per chiedere una cosa banale per l’A14: sicurezza e futuro – prosegue Francesco Ameli, segretario provinciale del Pd ascolano -. A distanza di un anno, purtroppo, nulla è stato fatto dagli organi competenti e le morti continuano a fioccare su quel tratto di strada mentre non si vede un vero progetto di sviluppo».
Le reazioni
Sul piede di guerra anche l’Inail. «Ormai su questo tratto di autostrada non si contano più i morti, i feriti, gli invalidi – attacca Guido Bianchini, presidente del comitato ascolano -. Non è da un paese civile, quello che sta accadendo da anni. Quello di ieri è l’ennesimo tragico avvenimento dove spesso oltre a chi percorre questo tratto di autostrada vede coinvolti anche i lavoratori poiché in diverse occasioni coinvolti sia in fase lavorativa, sia nella guida di automezzi. Il luogo di lavoro dell’autista è itinerante, ha bisogno di maggiore attenzione e prevenzione, a partire dai servizi e dalle infrastrutture. Ha altresì necessità di maggiore informazione e formazione e di controlli adeguati vedendo la forte presenza di autisti stranieri spesso ignari delle nostre norme». «È dura, molto dura rispondere a chi ti chiede come sia possibile nel 2024 assistere a tali tragedie e constatare che un solo breve tratto di autostrada possa tenere sotto scacco il Paese e far vergognare, pur senza responsabilità, una intera regione, le Marche – conclude Giorgio Menichelli, segretario generale di Confartigianato -. Un mondo dove mettendosi alla guida da vivo non sai se sopravviverai, un mondo da ricostruire. Proprio come da noi oggi dove tutto crolla, dove crolla la certezza di tornare vivo a casa dopo un viaggio di lavoro o di svago. Il cimitero dell’A14».