ASCOLI PICENO – Il grave infortunio sul lavoro occorso ieri sera ad un operaio presso lo stabilimento della Sabelli spa di Ascoli, nel quale un uomo di 52 anni ha subito l’amputazione di due dita, sta provocando forti reazioni da parte sindacale. A chiedere spiegazioni sull’accaduto è in particolare l’Usb, attraverso la RSU di fabbrica.
L’Usb si interroga sui sistemi di sicurezza
Dopo aver espresso sdegno per il ferimento del lavoratore, il sindacato di base sostiene che «dalle prime ricostruzioni sembrerebbe che la mano del lavoratore sia rimasta schiacciata sotto una macchina confezionatrice che ha quindi prodotto il distacco delle falangi. Se la dinamica fosse confermata – aggiunge l’Usb – ci si chiede come mai i sistemi di sicurezza e prevenzione di cui al Decreto 81/08 esistenti nei macchinari sin dalla loro messa in commercio, non abbiano evitato quanto avvenuto» .
Secondo il sindacato di base, inoltre, la vittima del pesante infortunio sarebbe un lavoratore in somministrazione, come altri che verrebbero utilizzati da Sabelli nelle sue attività di trasformazione dei prodotti lattiero-caseari. Lavoratori che per l’Usb non avrebbero una formazione specifica ed approfondita e verrebbero «sovente spostati tra i vari reparti ed utilizzati come jolly».
Il sindacato denuncia turni di lavoro insostenibili
Dunque per il sindacato questi operai interinali sarebbero quelli più esposti agli infortuni o ai rischi del processo produttivo in uno stabilimento, tanto più se impiegati in turni di lavoro che l’Usb definisce «massacranti». Da qui la richiesta all’azienda di revisionare i piani di sicurezza e prevenzione nel sito ascolano, con particolare attenzione ai macchinari e ai rischi connessi allo stress da lavoro correlato.
L’Usb esprime vicinanza e solidarietà all’operaio coinvolto nell’incidente e sollecita gli organi competenti a «svolgere sino in fondo tutti gli accertamenti necessari al fine ricostruire nei minimi dettagli l’accaduto accertando e sanzionando eventuali responsabilità».