ASCOLI – L’incidente avvenuto questa mattina – 12 ottobre – ad Arquata, con un operaio 32enne, di origini rumene, che ha perso la vita mentre lavorava al cantiere lungo la strada della frazione di Colle, ha riacceso i riflettori sulla problematica relativa agli infortuni che avvengono sui luoghi di lavoro. Il tutto, fra l’altro, a pochi giorni dalla 72esima ‘Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro’, che è stata celebrata domenica scorsa in tutta Italia. Anche nel Piceno c’è stata una toccante cerimonia, alla quale ha preso parte anche il vicesindaco di Ascoli, Gianni Silvestri.
I dati
Quest’ultimo ne ha approfittato anche per dare qualche numero in merito agli infortuni avvenuti sul territorio nel corso dell’ultimo anno. «I dati sono assolutamente allarmanti – spiega il vicesindaco di Ascoli -. Nei primi otto mesi dell’anno, infatti, in tutta Italia sono stati denunciati complessivamente 484mila infortuni, ben il 38% in più rispetto a quelli denunciati lo scorso anno nello stesso periodo di tempo. In provincia di Ascoli, tra gennaio e agosto di quest’anno ne sono stati denunciati 1.635: un aumento pari al 21,6% rispetto ai primi otto mesi del 2021. Gli infortuni mortali, sempre nel Piceno, quest’anno sono stati quattro. C’è stato, invece, un decremento dell’8% in merito alle malattie professionali denunciate. Si tratta, comunque, di dati preoccupanti – conclude Silvestri – e bisogna intervenire, in tutti i settori, compreso quello dell’alternanza tra scuola e lavoro, per ridurre il numero degli incidenti e degli infortuni. È un obiettivo che, istituzioni ed imprese, dobbiamo raggiungere. Tutti insieme».
L’associazione
Un appello arriva anche dal presidente della sezione ascolana dell’Anmil, Ernesto Strappelli. «Francamente, ritengo che sui luoghi di lavoro ci sia poca prevenzione, in generale – spiega Strappelli -. Molti incidenti, infatti, avvengono a causa del fatto che i dipendenti di alcune aziende non conoscono affatto le normative relative alla sicurezza. I corsi, spesso, vengono fatti in maniera superficiale. Troppe volte viene sottovalutato il pericolo. Non so di chi sia la responsabilità di tutto questo, ma sono sicuro che si debba cambiare atteggiamento. Perché poi non si può sempre intervenire solo dopo che avvengono le tragedie. Indubbiamente gli istituti scolastici, in questo senso, possono giocare una parte davvero importante. I giovani studenti sono i lavoratori del futuro – conclude il presidente dell’Anmil di Ascoli -e la prevenzione può partire direttamente da loro. Magari, attraverso i ragazzi, possiamo arrivare a sensibilizzare anche i genitori».