ASCOLI – Editrice e regista cinematografica, amante dell’arte e della letteratura. Ma anche innamorata dell’Italia e delle sue bellezze artistiche, storiche e naturali. Elisabetta Sgarbi, però, ha pure un debole per le Marche. E in particolare per il Piceno. Ormai da qualche anno, infatti, ripropone ad Ascoli la ‘Milanesiana’, il festival culturale che si svolge in città e che nell’ultima edizione, andata in scena tra fine giugno e inizio luglio, ha portato sotto le cento torri personaggi tra gli altri, del calibro del ministro Garavaglia, l’attore Carlo Verdone, l’ex portiere della nazionale Dino Zoff e il giornalista Federico Buffa. L’amore di Elisabetta Sgarbi per la città è confermato dal fatto che dal 29 settembre al 2 ottobre ha deciso di portare proprio ad Ascoli la prima edizione del ‘Festival del fumetto’.
Elisabetta, si ricorda quando è nato il suo amore per l’arte?
«Non così precisamente. Però mi ricordo che quando l’amore per l’arte è divampato in mio fratello, andò con nostro zio, Bruno Cavallini, e con nostra madre Rina, a vedere a Lucca il monumento funebre di Ilaria del Carretto, un capolavoro di Iacopo della Quercia. Vittorio ne era talmente innamorato che mi faceva fare, a casa, su una panca che ancora esiste, Ilaria del Carretto morta. Portavo una maglia nera a collo alto e, mi diceva, le assomigliavo molto… Forse il mio amore per l’arte è nato lì». Con Ascoli Piceno, e con le Marche, ha un rapporto particolare. A cosa è dovuto il suo amore per questo territorio?
«Oggi più che mai, dopo l’alluvione che ha colpito la provincia di Ancona, sento vicinanza per questa regione. È molto legata alla storia della mia famiglia: mio padre racconta la sua infanzia nelle Marche, ad Ancona, nei suoi libri. Mio fratello esordì nel suo impegno politico come sindaco di San Severino, se non sbaglio con una lista civica. E poi c’è il rapporto con Ascoli Piceno, dove si svolgono diverse giornate della Milanesiana. E un’amica notaio di Ascoli, Francesca Filauri, che ha un’energia simile a quella di mia madre».
La Milanesiana riscuote, ogni anno, un grande successo. Qual è il segreto?
«Ricomincia da zero, torna ogni volta bambina. Non si accontenta e si rinnova. A volte sbaglia, ma lo fa sempre con entusiasmo e passione».
Come mai ha scelto Ascoli anche per ‘Linus, il Festival del fumetto’?
«Lo dicevo in conferenza stampa. Ci sono motivi personali: è una città che amo, cui mi legano affetti e amicizie profonde. Ci sono motivi oggettivi: è una città splendida, meno amata e visitata di quanto dovrebbe. E, in fondo, il compito della mia fondazione è valorizzare e fare conoscere di più e meglio ciò che si conosce meno. E abbiamo fatto un grande lavoro con le istituzioni di Ascoli e delle Marche per contribuire alla rinascita di quei luoghi dopo la tragedia del terremoto. Ci sono motivi estetici: nella mia immaginazione Ascoli è una straordinaria scenografia architettonica. Sarebbe perfetta per un fumetto o un film. E infine per un motivo storico, legato al disegno: è la città di Andrea Pazienza (San Benedetto) e di un altro grande disegnatore, artista, pittore e fumettista, Tullio Pericoli (Colli del Tronto)».
Ha già in mente altre kermesse e iniziative da portare nel Piceno e, più in generale, nelle Marche?
«Ci sarà la prossima Milanesiana, che è sempre la stessa ma sempre nuova».