ASCOLI – Venne licenziata il 2 ottobre del 2020 a causa di un’assenza ingiustificata avvenuta dal 14 marzo dello stesso anno, dunque in pieno lockdown. Dopo una lunga battaglia legale, durata due anni esatti, è stata riammessa a lavoro, con la sentenza della corte di Appello di Ancona arrivata proprio nei giorni scorsi. È la storia di una dipendente del Comune di Ascoli Piceno, addetta alla biblioteca.
La vicenda
Il caso era stato eclatante e, all’epoca, fece parecchio discutere. Alla lavoratrice, infatti, venne contestata l’assenza ingiustificata dal 14 marzo 2020, in piena pandemia e con la biblioteca chiusa per un focolaio covid all’interno del Comune. Oltretutto, il licenziamento avvenne con un provvedimento disciplinare, secondo i sindacati «tardivo ed irregolare». La corte di Appello di Ancona ha sentenziato che «l’appello è fondato e va accolto per le assorbenti ragioni di seguito esposte. L’iter procedimentale seguito dall’amministrazione convenuta nell’esercizio del potere disciplinare nei confronti dell’appellante sia affetto da irregolarità che hanno inciso sulla validità della sanzione espulsiva infine adottata». Prevista, poi, una netta e significativa condanna dell’amministrazione comunale, in quanto la corte prevede la «reintegrazione della lavoratrice nel posto di lavoro, il pagamento ad una indennità risarcitoria di 18 mensilità e la liquidazione in favore dell’appellante delle spese del doppio grado di giudizio».
Il sindacato
«L’Ugl era rimasta basita da tale licenziamento, assurdo e temerario – commenta lo stesso sindacato -. L’amministrazione era perfettamente a conoscenza che la lavoratrice non disponesse a casa di attrezzatura telematica per internet, ma era rimasta sorda a questa istanza umana e giuridica avanzata dalla stessa Ugl. Quindi si è proceduto con ricorsi e battaglie giuridiche in tribunale portate avanti dall’avvocato Fabio Luzi. La sentenza della corte di Appello di riforma il verdetto del giudice del lavoro di Ascoli Piceno e restituisce dignità e diritti alla Lavoratrice. Certamente l’addetta alla biblioteca ha dovuto percorrere la ‘via crucis’ di un dirompente licenziamento e la trafila giuridica ed umana dei ricorsi. Ma giustizia finalmente è fatta – conclude l’Ugl – ed ha il sapore di una dignità recuperata e di una bella e giusta vittoria».