Ascoli Piceno-Fermo

Maltignano in lutto, è morto l’ex sindaco ed ex consigliere Domenico Talamonti

L'ultima candidatura la presentò alle elezioni del 2014, quando volle sfidare l'attuale primo cittadino Armando Falcioni

Domenico Talamonti

MALTIGNANO – Una comunità in lutto, quella di Maltignano, per la scomparsa dell’ex sindaco ed ex consigliere comunale Domenico Talamonti. Geometra libero professionista, aveva 64 anni. Nell’ultimo periodo natalizio, purtroppo, era stato vittima di un incidente stradale, a Teramo, a seguito del quale ebbe diversi problemi di salute. Le sue condizioni, poi, sono peggiorate in questi giorni e ieri è deceduto. Primo cittadino a metà degli anni Ottanta, per diverse legislature Talamonti ha avuto un ruolo in consiglio comunale. Nel 2014 si candidò alla carica di sindaco, perdendo la sfida elettorale contro Armando Falcioni. Per cinque anni, però, fu capogruppo della minoranza. Poi, nel 2019, decise di non ricandidarsi, tanto che a Maltignano ci fu una lista unica a sostegno di Falcioni.

Il ricordo

A ricordare Talamonti è proprio il sindaco maltignanese Armando Falcioni. «La competizione politica, che è il sale di una piccola comunità, ci ha visti l’uno contro l’altro per due volte ma mai armati, se non per una diversa visione delle cose, nei programmi e negli uomini scelti – spiega Falcioni -. Io e Domenico eravamo sempre accomunati dal desiderio di servire una comunità, spirito che non è sempre dovuto e scontato. Leale, corretto, trasparente, schietto, ha svolto il suo ruolo di concorrente politico ma mai pervaso da quella opposizione di maniera, mai rapito da quelle tentazioni che spesso rovinano un rapporto istituzionale, fatto di trappole amministrative, esposti sterili e dolorosi e mai annunciati, velenose lettere inviate nottetempo e poi magari sbandierate sui social. Mai una parola fuori posto, mai una volgarità, una rissa verbale, mai toni fuori dalle righe. Domenico è stato un concorrente politico vero, tanto che nel tempo tra di noi si è instaurato un rapporto personale più forte, come dovrebbe essere tra due concorrenti politici dove, giocoforza, si ha una diversa visione di come amministrare ma per un obbiettivo comune. Ci mancherà il suo modo di essere e di fare, come politico e come professionista affermato, istrionico, loquace, amicone, rumoroso nel senso positivo della parola, ubiquitario, inserito in tutto e tra tutti. Era uno dei primi a ricordarsi del sindaco nei momenti belli, come a Natale o nelle ricorrenze, o nei momenti meno positivi quando un confronto ed una battuta potevano essere di conforto. Il covid, la triste modernità, il correre frenetico sta minando le comunità, le sta sfaldando, allontanando, le predispone al freddo schermo di un telefonino – conclude Falcioni -. Ecco perché il ricordo di Domenico ci riporta a quel tempo andato di un paese vociante e chiassoso perché vivo, dove ci si scontrava anche per incontrarsi, per discutere, anche animatamente, per poi finire con quella proverbiale ma mai banale pacca sulla spalla. Ciao Domenico, ci mancherai».