Ascoli Piceno-Fermo

Marche, la demografia delle imprese. «Terziario, costruzioni e turismo mantengono in equilibrio l’andamento»

Lo dice Gino Sabatini, Presidente della Camera di Commercio delle Marche, a commento dei dati sull’andamento della demografia delle imprese delle Marche

Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio delle Marche

«Terziario, Costruzioni e Turismo mantengono in equilibrio l’andamento della demografia di impresa marchigiana, in linea con il trend nazionale». Lo dice Gino Sabatini, Presidente della Camera di Commercio delle Marche, a commento dei dati sull’andamento della demografia delle imprese delle Marche. «Camera Marche, con Regione e mondo associativo – prosegue Sabatini – supporta le imprese delle Marche che danno ennesima prova di resilienza. Un fronte su cui concentreremo in particolare il nostro impegno in questi mesi è quello della diffusione della cultura di impresa, anche tra i giovani e sempre con riguardo alle istanze della transizione ecologica, sia tramite attività formativa che accompagnando chi decide di mettersi in proprio».

Il quadro generale

Alla data del 30 settembre 2024 Movimprese conta nelle Marche 145.844 imprese registrate, delle quali 131.749 sono attive. Questo è l’esito di sintesi della rilevazione trimestrale condotta da Unioncamere e Infocamere sui Registri delle Imprese tenuti, con base provinciale, dalle Camere di Commercio.

Nel corso del trimestre che va dal mese di luglio a quello di settembre dell’anno in corso nella regione le iscrizioni di imprese sono state 1.485, numero che come avviene solitamente in tale periodo dell’anno si conferma superiore a quello delle cessazioni al netto delle cancellazioni d’ufficio, che sono 1.226. Entrambi i flussi si presentano maggiori rispetto a quelli del medesimo trimestre del 2023, l’incremento in termini percentuali è di +5,1% per il flusso in ingresso (iscrizioni) e più marcato per le cessazioni nette, che segnano un aumento di +9,7%. Diminuisce quindi, pur mantenendosi positivo, il saldo tra iscrizioni e cessazioni nette, che è di +259 unità (era pari a +295 nel terzo trimestre del 2023). Diminuisce tendenzialmente, sebbene in lieve misura, il tasso di crescita trimestrale che si ferma +0,18%, ampliando leggermente in divario sfavorevole rispetto al tasso nazionale, che resta invece costante a +0,26%, il medesimo valore di un anno fa. Tutte le regioni hanno tasso di crescita trimestrale positivo, da quello della Liguria (+0,08%) fino a quello del Lazio (+0,47%).

Ad eccezione della provincia di Fermo, il cui saldo è molto debolmente negativo (-2 unità, per un tasso di crescita trimestrale di -0,01%), nel trimestre luglio-settembre 2024 tutte le altre province marchigiane si collocano in campo positivo, guidate, in base al tasso di crescita, dalla provincia di Pesaro-Urbino (+94 il saldo e +0,28% il tasso trimestrale); vengono poi quella di Ancona (+78; +0,20%), e quelle di Ascoli Piceno (+39; +0,18%) e di Macerata (+50; +0,15%).

Come molto spesso accade, il maggiore contributo positivo al saldo complessivo tra iscrizioni e cessazioni nette, proviene anche nel trimestre in esame dalle società di capitale, che per effetto della differenza tra 477 iscrizioni e 179 cessazioni nette, chiudono il trimestre con un saldo positivo per 298 unità e un tasso di crescita trimestrale di +0,69%. Aggiungono un modesto contributo positivo le imprese individuali, grazie ad un contenuto divario tra le iscrizioni, che sono 900, e le cessazioni nette che si fermano a 864, dando luogo ad un saldo di +36 imprese (appena +0,05% il corrispondente tasso di crescita del trimestre luglio-settembre 2024).

Le società di persone, al contrario, hanno un numero di iscrizioni che si ferma a 79, ben inferiore a quello delle cessazioni nette, che risultano essere 146. Il loro saldo è quindi negativo e pari a -67, per un tasso di crescita trimestrale di -0,28%. La categoria eterogenea delle “altre forme giuridiche” si associa infine al risultato delle società di persone, registrando un saldo negativo di -8 unità (29 le iscrizioni e 37 le cessazioni nette), da cui deriva un tasso di crescita sfavorevole pari a -0,24%.

Al termine del terzo trimestre del 2024 le oltre 75mila imprese individuali delle Marche costituiscono più della metà (51,7%) dell’intero tessuto imprenditoriale regionale, mentre le società di capitale (43.347) sfiorano il 30% (29,7% per la precisione) delle imprese registrate totali. Si assottiglia ulteriormente la compagine marchigiana delle società di persone che alla data del 30 settembre 2024 conta 23.749 imprese (16,3%) mentre le altre forme giuridiche con 3.332 unità si confermano numericamente minoritarie (2,3%).

Nell’esame dell’andamento dei diversi settori di attività economica viene considerato il saldo dello stock delle imprese registrate alla fine del terzo trimestre rispetto al 30 giugno dell’anno in corso, depurato delle cancellazioni d’ufficio intercorse nel periodo.

I saldi dello stock positivi sono ampiamente diffusi, tanto da far spiccare quelli negativi, relativi all’Agricoltura silvicoltura e pesca (negativa per appena una unità rispetto a una consistenza al 30 settembre 2024 di 21.887 imprese), e al Commercio (-47; 30.698 imprese registrate a fine trimestre).

I maggiori saldi positivi dello stock fanno invece capo generalmente a settori del terziario, con in vetta le Attività professionali, scientifiche e tecniche (+81 il saldo delle stock e 6.270 le imprese registrate a fine settembre 2024) e le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+70; 10.231). A interrompere la serie delle attività appartenenti al terziario sono le Costruzioni (+59; 19.231), dopo le quali la serie riprende con le Attività immobiliari (+53; 8.425), le Attività finanziarie e assicurative (+49; 3.296), il Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+46; 4.470), i Servizi di informazione e comunicazione (+38; 3.160), le Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (+22; 2.518) e le Altre attività di servizi (+15;6.948).

Sono inoltre positivi, benché per poche unità, i saldi dello stock delle Attività manifatturiere (che però hanno una base imprenditoriale tra le più ampie, con oltre 18mila imprese registrate), della Sanità e assistenza sociale, dell’Istruzione e delle Public utilities. Il saldo dello stock è infine nullo per le attività estrattive, nonché per il trasporto e magazzinaggio.