ASCOLI PICENO – Raccolta fortemente ridotta, ma qualità alta e prezzi di vendita cresciuti del 30% rispetto al passato. Questo il quadro della produzione di marroni nei castagneti della provincia di Ascoli, la più vocata delle Marche. Concentrati soprattutto nell’area dei Monti Sibillini e nei boschi di Acquasanta Terme e Arquata, i castagneti hanno visto in questo autunno una diminuzione del loro prodotto principe di almeno il 50%. E questo a causa soprattutto della siccità che ha colpito nei mesi scorsi il territorio montano, con piovosità scarsa in particolare in alcune zone di alta quota.
Il problema dei cinghiali
Ma a condizionare la raccolta e poi la distribuzione è stato anche un altro fattore storico, che ormai sta assumendo contorni negativi preoccupanti. «La presenza sempre più numerosa di cinghiali nell’area del Parco nazionale e non solo – sostiene Francesco Fortuni, presidente di Agrimercati Ascoli e Fermo – ha influito fortemente sulla quantità di prodotto che si poteva utilizzare per la vendita. Molti castagneti sono stati presi di mira dagli ungulati che hanno mangiato o distrutto le produzioni, recando un danno significativo alle aziende e ai proprietari. Occorre intervenire subito con una forte campagna di abbattimento – afferma deciso Fortuni, titolare di un attività agricola a Montemonaco – altrimenti la situazione si farà ancora più difficile per tutte le colture dell’Ascolano».
Forte richiesta del prodotto anche se a prezzi alti
Il lato positivo della medaglia è che questa drastica riduzione dell’offerta ha fatto salire di molto i prezzi alla vendita – media di 7 euro al chilo – favorendo gli oltre 180 ( stima Coldiretti) piccoli produttori di dimensione familiare, attivi nell’area montana del Piceno. Con un prodotto, il marrone tipico dei Sibillini che è stato sempre e comunque richiesto dai consumatori, sia nei negozi dei paesi locali che durante gli eventi tradizionali di stagione (meno nella ristorazione). Lo conferma un’imprenditrice di Arquata del Tronto: «Già ad oggi il nostro prodotto è stato tutto venduto – dice Sara Simoni – e questo nonostante le tante problematiche del momento. Siamo molto sodisfatti dei risultati ottenuti in questo autunno».
Il bando regionale per nuovi castagneti
A incentivare poi la crescita del settore, che potrebbe diventare un altro tassello dello sviluppo turistico del martoriato comprensorio montano ascolano – prima il sisma poi il covid – c’è anche il bando regionale promosso dalla precedente Giunta, finalizzato al ripristino dei castagneti nelle Marche. In totale 1,3 milioni di euro che hanno avuto un rilevante riscontro da parte del territorio, con decine di progetti inseriti in graduatoria e ora in fase di valutazione. «Una grande opportunità per le imprese agricole vecchie e nuove – afferma ancora Fortuni – oltre che tutto il comprensorio locale, che potrebbe avere benefici effetti sull’ambiente e sull’economia della zona».