ASCOLI – Due filoni di inchiesta pressoché identici, quelli che riguardano i due medici piceni che avrebbero, secondo le accuse, rilasciati Green pass falsi, senza cioè aver somministrato regolarmente i vaccini anticovid. Si tratta dell’ascolano Giuseppe Rossi, arrestato a gennaio e attualmente ai domiciliari, e del grottammarese Ido Partemi, fermato invece pochi giorni fa. E, nelle ultime ore, ci sono state novità in merito a entrambe le vicende. Ma è bene procedere con ordine.
Partemi sospeso dall’Ordine
Per quanto riguarda il dottor Partemi, è appena arrivata la sospensione dall’Ordine dei medici e verrà aperto anche un procedimento disciplinare nei suoi confronti. Il professionista, intanto, ha tempo fino al 20 febbraio per chiedere di essere rimesso in libertà. Secondo la procura di Fermo, Partemi avrebbe fatto ottenere a una trentina di persone il Green pass, senza però vaccinarle. Ora, il medico si trova agli arresti domiciliari nella sua abitazione a Grottammare, ma ha diritto di rivolgersi al tribunale del Riesame di Ancona per far annullare l’ordinanza che lo ha posto in arresto. La procura e i carabinieri del Nas di Ancona stanno compiendo ulteriori approfondimenti per ricostruire aspetti ancora oscuri della vicenda e capire se il dottor Partemi si sia prestato a far ottenere i Green pass senza vaccinazione in cambio di denaro.
Il caso Rossi
In merito alla vicenda che riguarda invece Giuseppe Rossi, nelle ultime ore il vero protagonista è il presunto intermediario Maurizio Strappelli, al quale la procura di Ascoli ha contestato l’ipotesi di reato di corruzione di pubblico ufficiale per atto contrario ai doveri d’ufficio, oltre a quella di falso ideologico indotto. Secondo la magistratura, Strappelli avrebbe avuto un ruolo di intermediario fra il dottor Giuseppe Rossi e gli altri 72 soggetti che hanno ottenuto il Green pass senza sottoporsi regolarmente al vaccino anticovid. All’uomo sono stati rinnovati gli arresti domiciliari per altri trenta giorni, dopo i quaranta già scontati a seguito dell’arresto avvenuto all’inizio di gennaio. Strappelli, però, si è proposto di raccontare la sua versione dei fatti, chiedendo di essere interrogato dalla stessa procura.