ASCOLI – Un progetto di filiera per rilanciare le produzioni ecosostenibili nel tessile-moda ed abbigliamento. E’ quello promosso da due aziende dell’Ascolano e da una di Civitanova Marche. L’iniziativa, sostenuta anche dall’Università di Camerino attraverso la sua spin-off EccoItaliy, è denominata “Green Soul-Sustainable sportwear“ e punta all’uso di tessuti riciclati e al riciclo della carta e della plastica impiegate durante il ciclo produttivo dei capi e l’utilizzo di fibre naturali.
La Port’O di Civitanova Marche, Taglio Everest di Appignano del Tronto e Maglificio Marea di Ascoli Piceno hanno fatto una scelta strategica di sostenibilità e di responsabilità sociale: vogliono tutelare l’interesse dell’ambiente e del territorio in cui operano.
Il loro progetto innovativo è finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e finalizzato a interventi di supporto alla competitività del Made in Italy per la rivitalizzazione delle filiere produttive nel cratere sismico.
Tessile quarto settore produttivo
«Se guardiamo all’utilizzo delle materie prime e risorse idriche – spiega Giuliano Bartolomei, responsabile della società di consulenza Fideas, che collabora nel programma – il tessile è il quarto settore produttivo dopo quello alimentare, le costruzioni e i trasporti. Vista la rilevanza del settore, il pacchetto di direttive europee sull’economia circolare ha stabilito che ogni Stato membro dovrà istituire la raccolta differenziata dei rifiuti tessili a partire dal 1° gennaio 2025. L’Italia ha scelto di anticipare la data al primo gennaio 2022». E questo rende ancora più urgente l’implementazione di progetti di ecosostenibilità come quello di filiera promosso dalle tre aziende marchigiane.
Sostenibilità come obiettivo
«Per noi la sostenibilità è un impegno concreto – racconta Germano Antonini, dell’azienda Taglio Everest di Appignano del Tronto – La nostra realtà realizza capi per conto terzi e già da tempo è stato avviato questo processo virtuoso: il 25% del tessuto che resta dal taglio dei capi da realizzare viene conferito a una ditta locale che lo ricicla per realizzare pannelli fonoassorbenti per le auto; mentre, carta e film di plastica, utilizzati sugli stenditoi durante il taglio dei tessuti, vengono smistati per la raccolta differenziata».
Un esempio concreto, questo dell’impresa ascolana, di come le attività possano crescere rispettando l’ambiente ed anzi facendo riciclare materiali e prodotti senza che questi finiscano il loro ciclo produttivo.
Ricerca e studi con l’Unicam
Da notare infine che tra le imprese della filiera in questione sono in corso studi di ricerca con la Società EcCOItaly e della Facoltà di Architettura e Design di Ascoli Piceno dell’Università di Camerino. La professoressa Federica Ottone ha avanzato proposte innovative sul riciclo delle fibre e la disponibilità a lavorare sul design del packaging e sul marketing delle produzioni. Una combinazione favorevole tra ricerca e know-how delle aziende che potrà creare percorsi nuovi da seguire nel settore moda, incentivando un modello lineare di economia circolare.