Ascoli Piceno-Fermo

Ascoli piange la scomparsa di Archimede Sabelli, il re dei formaggi e delle mozzarelle

L'imprenditore, nato a Campobasso, aveva 98 anni. La prima attività avviata a Fermo e poi negli anni Sessanta l'apertura dello stabilimento nell'Ascolano

Archimede Sabelli

ASCOLI – É morto l’imprenditore Archimede Sabelli, fondatore dell’omonima azienda lattiero-casearia di Ascoli. Aveva 98 anni, era malato da tempo, ma continuava a lottare come aveva fatto sempre nella sua vita. Sabelli, un vero e proprio self-made man, era nato a Bajano, in provincia di Campobasso. Si era trasferito a Fermo nel Dopoguerra e qui aveva avviato la sua prima attività imprenditoriale: un caseificio a gestione familiare. Poi l’approdo ad Ascoli, negli Sessanta, dove aveva realizzato lo stabilimento che esiste tuttora.

Da piccola realtà a player nazionale nel settore

Da allora la futura Sabelli Spa non aveva fatto che crescere, diventando uno dei maggiori player nazionali nel comparto lattiero-caseario più importanti del Centro Italia. Con fatturati che raggiungono i 70 milioni di euro, realizzati producendo mozzarelle e formaggi fatti con latte e materie prime di almeno 200 allevatori delle Marche e dell’Abruzzo, in particolare dell’area del Gran Sasso. Ma che superano i 100 milioni, se si considera il giro d’affari complessivo del Gruppo , dopo le acquisizioni di imprese del Nord Italia avvenute negli anni scorsi.

L’eredità raccolta dai due nipoti

L’eredità del fondatore della dinastia è stata raccolta dai suoi nipoti: Simone Mariani, ex presidente di Confindustria e Angelo Davide Galeati, che ora è anche presidente della Fondazione Carisap. Una famiglia e una realtà produttiva molto importanti dunque per l’Ascolano, non solo per i suoi 200 tra dipendenti diretti e quelli dell’indotto, ma anche per l’economia generata sul territorio. Un economia ed una distribuzione che non si è mai fermata, neppure durante i mesi bui del sisma 2016.

Il lavoro come passione di una vita

La scomparsa di Archimede Sabelli, lascia un vuoto non solo nella famiglia ma anche in tutta la comunità locale. Appena quattro anni fa la Capponi Editore di Ascoli aveva pubblicato una biografia dell’imprenditore, intitolata “Con il latte nelle vene”. In essa Sabelli scriveva: «Il mio lavoro è stato qualcosa di molto più di un semplice mezzo di sussistenza. E’ stato la passione che mi ha consentito di vivere una vita piena, di dare un senso alla mia esistenza, regalandomi l’entusiasmo di alzarmi ogni mattina alle cinque con la voglia di continuare a produrre ed essere operativo». Il lavoro dunque come missione di una vita, con alti e bassi, sacrifici, vittorie e sconfitte ma sempre con la voglia di ripartire e raggiungere nuovi traguardi.

I funerali si terranno venerdi mattina 25 giugno, alle 11 nella chiesa di San Simone e Giuda ad Ascoli, nel quartiere di Monticelli.