ASCOLI – Una storia singolare arriva da Arquata del Tronto, nel cuore del cratere sismico ascolano. Il 30 agosto 2016, sei giorni dopo la grande scossa che distrusse completamente la frazione di Pescara, si scavava per cercare di verificare se sotto le macerie vi fossero ancora delle persone vive, che potevano essere salvate.
Sotto uno degli edifici crollati, che avevano sommerso un automobile, i vigili del fuoco che lavoravano senza sosta sul luogo, trovarono una busta con 32 banconote da 50 euro: in totale 1600 euro.
Il denaro fu consegnato alla Guardia di Finanza, per evitare furti e prevenire lo sciacallaggio sul posto. Da allora è iniziata un attività di informazione pubblica sul ritrovamento di questa somma, per cercare di individuare chi ne fosse il proprietario. Nonostante gli avvisi del Comune e le ripetute ricerche, nessuno ha mai rivendicato il denaro in questione. Apparteneva a uno dei 47 deceduti nella tragedia del 24 agosto 2016? Di certo, nessuno si è presentato in Comune, ad Arquata, per avere quei soldi.
«Abbiamo pubblicato avvisi, informato le persone e continuato fare ricerche sul caso – spiega il vicesindaco facente funzioni, Michele Franchi – ma non abbiamo mai avuto risposta. Ora decideremo cosa fare con quella somma, iscritta nel bilancio comunale».
Eh sì perché, trascorsi i tempi di legge, la busta con i 1600 euro è stato consegnata dalla Guardia di Finanza all’amministrazione comunale. Il tutto è avvenuto con una breve cerimonia tenutasi presso la Caserma Colle San Marco, alla presenza del Comandante provinciale delle Fiamme Gialle, Col. Michele Iadarola, e di quello dei Vigili del Fuoco, Ing. Luca Verna.
Un piccolo mistero che resiste da quasi 5 anni, e che ancora deve essere svelato. Ma che forse non lo sarai mai, perché i morti non possono parlare. Alla fine solo un caso, una segnalazione sconosciuta, un parente di Roma – come tanti nella zona di Arquata – che tornerà sul posto dopo tanti anni, potrà aiutare ad arrivare all’identità del proprietario della somma perduta.